“Ispassizende in Tàtari”. A Sassari una passeggiata di gruppo in lingua sarda per raccontare monumenti e luoghi del centro storico turritano. L’idea, messa in campo oggi, è degli studenti del corso di lingua sarda organizzato dall’associazione “Sa Domo de Totus”, attiva nel quartiere Sant'Apollinare ( pieno centro storico) con diversi progetti culturali e mutualistici.

"Volevamo fare qualcosa per la città – spiega la docente Elena Casu –. Comunicare alla nostra comunità che il sardo è una lingua viva. Lo dimostrano gli studenti che oggi raccontano Sassari usando il sardo, mentre fino a pochi mesi non avevano le competenze necessarie per farlo". Cristiano Sabino, docente di storia e socio fondatore dell’associazione, afferma invece "che Sassari è sempre stata una città plurilingue. Le leggi fondamentali del nostro comune in epoca medievale erano scritte in latino e in sardo, ma qui erano di casa genovesi e corsi. Il sassarese nasce proprio da questo".

Al richiamo lanciato dagli studenti di “limba” sono accorsi in tanti, in una giornata non proprio primaverile". Il nome dell'evento “Ispassizende in Tàtari” significa “passeggiare e divertirsi”. Le tappe più importanti quelle notoriamente obbligate: Santu Nigola, ovvero la chiesa più importante per i sassaresi, il busto di Giovanni Maria Angioy eretto per il bicentenario dall’arrivo a Sassari del rivoluzionario bonese, la splendida Casa Montanyans (meglio conosciuta come casa catalana o casa Guarino), il Palazzo di Città, il Palazzo di Usini, le vecchie mura medievali con la loro secolare imponenza, e la Funtana di Roseddu. Quest’ultimo monumento, il simbolo della città di Sassari, spesso chiuso al pubblico, era straordinariamente aperto per la giornata del Fondo ambiente italiano (FAI). Una bella coincidenza per una iniziativa che ha voluto valorizzare il patrimonio materiale e immateriale del territorio. 
 

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