La guerra non risparmia nessuno, ma in particolar modo si accanisce su chi non ha armi per difendersi oppure su chi è innocente. Gli eserciti che avanzano si portano dietro il loro carico di morte, distruzione, violenza. L’onda lunga del loro passaggio continua a far sentire i suoi effetti anche anni dopo, quando tacciono oramai i cannoni e i sopravvissuti hanno fatto ritorno alle loro case. La violenza prodotta continua a ferire come racconta Chiara Carminati nel suo “Nella tua pelle” (Bompiani, 2024, Euro 16, pp. 192. Anche Ebook) narrando le vicende di Giovanna, Caterina e Vittorio.

Sono gli anni immediatamente successivi alla Grande guerra e i tre si conoscono e crescono insieme nell’Istituto per i figli della guerra di Portogruaro, in Veneto. Nell’istituto, dedicato a san Filippo Neri, vengono infatti accolti dei piccoli che hanno una storia molto particolare. Sono bambini orfani ma non orfani. Sono i figli della violenza del nemico sulle donne. Sono piccoli separati dalle madri, ignorati dai padri naturali e respinti da quelli putativi, accolti da un pugno di religiosi e religiose illuminati che cercano di dar loro una famiglia.

Come scrive Chiara Carminati: “Alla fine della guerra ci sono gli orfani dei morti e ci sono i figli dei vivi. E poi ci sono gli orfani dei vivi. Sono orfani dei vivi perché hanno una madre, che è stata costretta prima a farli e poi a disfarsi di loro, e hanno perfino due padri. Uno è il soldato che ha preso la loro madre con la forza e l’ha messa incinta: austriaco, ungherese, italiano, bosniaco, poco importa. L’altro è il marito legittimo, il capofamiglia, che in quel momento si trovava sotto le armi. Quando è tornato a casa, alla fine della guerra, ci ha trovato un bambino in più. Un intruso, concepito e nato durante la sua assenza. Un disonore. Un affronto inaccettabile".

Giovanna, Caterina e Vittorio crescono assieme fino a che le loro strade si dividono: Giovanna viene adottata da una ricca coppia di Padova che la vuole signorina perbene e le cambia il nome. Vittorio l’avventuroso non esita a fuggire ma desidera ardentemente farsi catturare da qualcuno che gli voglia bene per quello che è. Caterina non lo sa ma può contare sulla forza di un legame che la tiene e la guida, un filo teso, una nuova possibilità.

Attraverso le loro vicende Chiara Carminati racconta un pezzo di storia italiana troppo a lungo dimenticato, rievoca vicende realmente accadute e ispirate ai fascicoli e ai documenti custoditi in un vecchio armadio di legno dell’Istituto San Filippo Neri di Portogruaro, un luogo unico in Europa, in cui venivano accolti i cosiddetti figli della guerra, piccoli incolpevoli che dovevano fare i conti con adulti troppo spesso ostili, troppo spesso vittime degli eventi e dello spirito dei loro tempi.

La copertina
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