Negli spazi esterni della Biblioteca comunale di Quartu si è concluso oggi il convegno "Paesaggio: percezione e realtà dei luoghi. Storia pubblica delle comunità", promosso dal Comune  e organizzato dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini.

Un incontro che ha visto alternarsi sul palco docenti ed esperti provenienti da diversi atenei italiani, in un momento di approfondimento necessario in tempi in cui il paesaggio è ancor più del solito al centro dell’attenzione.

La seconda e ultima sessione, dal titolo “Ambiente e storia pubblica delle comunità”, è stata coordinata da Emanuela Locci, docente dell’Università di Torino, ed è stata aperta dai saluti istituzionali del presidente della Commissione Comunale all’Urbanistica Stefano Busonera.

Per il sindaco Graziano Milia «in Sardegna abbiamo un enorme bisogno di discutere, non in modo preordinato e preorganizzato ma liberamente, su questi argomenti, perché riguardano il futuro nostro e delle nuove generazioni. Dobbiamo quindi essere capaci di gerarchizzare le priorità: la prima è indubbiamente combattere le emergenze climatiche, senza strumentalizzazioni e opportunismi. Si può magari discutere come farlo, con meccanismi di coinvolgimento delle comunità locali pensati “con grazia”, come diceva Pasolini».

«Il 75% dell’energia che produciamo – ha proseguito Milia - deriva dai fossili, è questo il nostro problema. Dobbiamo fare in modo di azzerare questa produzione, rapidamente, altrimenti di che paesaggio possiamo parlare? Occorre dunque avere senso di responsabilità, cosa che purtroppo è mancata in passato, anche sul territorio quartese: penso ad esempio al caso limite di Marina delle Nereidi, lottizzazione costruita laddove prima c’era il mare. La Sardegna ha la necessità di svolgere un ruolo e deve farlo sfruttando le proprie potenzialità».

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