Ogni rivoluzione ha avuto la sua musica. La Marsigliese ricorda ancora oggi ai francesi gli eventi rivoluzionari del 1789 mentre un canto come “Bella ciao” è legato indissolubilmente alla ribellione degli italiani contro il nazifascismo. E proviamo a pensare come sarebbe stato il Sessantotto senza tutta la musica che lo ha accompagnato: probabilmente meno dirompente e vivace.

Ma può una composizione musicale scatenare di per se stessa una rivoluzione e può essere temuta da chi detiene il potere più di un esercito nemico? Per lo scrittore e musicologo tedesco Oliver Buslau la risposta non può che essere affermativa e a confermarcelo è il suo recente e intrigante romanzo “La Sinfonia del Fuoco” (Emons Edizioni, 2021,pp. 472, anche e-book). “Protagonista” di questo giallo storico è, infatti, una composizione musicale che pare spaventare tutti i potenti di turno prima ancora di essere eseguita in pubblico. Si tratta della Nona Sinfonia che Ludwig van Beethoven sta completando nella primavera del 1824 e che si chiude con un coro che intona i versi dell’Inno alla Gioia del poeta Friedrich Schiller.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

La composizione sembra fatta apposta per scatenare gli ardori di coloro che vogliono il cambiamento in un impero d’Austria e in un’Europa dove a dominare è l’ordine imposto nel 1815 durante il Congresso di Vienna dalle potenze che hanno sconfitto Napoleone. Beethoven, infatti, ha dato nella sua sinfonia vita a suoni mai uditi, in contrasto con ogni tradizione musicale. E, con le sole note, riesce a trasmettere tutto il desiderio di cambiamento di un’epoca in cui ogni anelito di libertà è soffocato da un potere che vive nel terrore dello scoppio di nuova rivoluzione dopo quella francese del 1789.

In questo clima il rischio è che si impedisca l’esecuzione della nuova sinfonia oppure che si attenti alla vita di Beethoven per mettere fine a ogni anelito libertario. Ma il rischio più grosso è che qualcuno manovri nell’ombra deciso a sfruttare l’occasione della “prima” della Nona Sinfonia per colpire l’imperatore d’Austria e scatenare una nuova guerra in Europa.

In una Vienna sordida, pullulante di spie, informatori, poliziotti senza scrupoli e cinici rivoluzionari toccherà a un giovane musicista, Sebastien Raiser, improvvisarsi detective, proteggere il capolavoro di Beethoven e far sì che la Nona Sinfonia dimostri una volta di più che, come scrive Buslau nel romanzo: “La musica è il regno in cui siamo liberi. E in cui vogliamo restare liberi”.

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