I resti di un villaggio prenuragico con attorno numerose tombe ipogeiche scavate nella roccia tra il VI e il III millennio a.C.

È la necropoli di Li Lioni, una delle ultime scoperte archeologiche nel territorio di Porto Torres, una testimonianza delle antiche sepolture, in parte ancora interrate, dove all’interno sono state rinvenute diverse tracce di microliti di ossidiana e di selce, materiale utilizzato per realizzare coltelli, raschiatoi e punte di freccia per la caccia, ma anche oggetti di uso domestico.

"Questo significa che probabilmente c’era un insediamento abitativo, una stazione litica o un opificio dove si lavorava l’ossidiana, una serie di attività artigianali per realizzare diversi oggetti di varia natura", spiega Franco Satta, responsabile tecnico della Soprintendenza archeologica di Porto Torres. Sei le tombe fino ad ora rinvenute ancora da scavare e localizzare, "un lavoro propedeutico alla fruizione dell’area per l’edizione 2018 di Monumenti Aperti, - aggiunge Franco Satta - la manifestazione dedicata alla valorizzazione dei beni culturali che quest’anno inserirà la necropoli di Li Lioni per la prima volta tra i siti da visitare con un percorso di accesso".

Le grotte funerarie di età preistorica, in parte comunicanti tra loro presentano l’ingresso a pozzetto con una camera centrale ed un pilastro al centro per sorreggere il soffitto.
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