Ossessionata dalla sua immagine all’esterno, proprio come Donald. Ossessionata e furiosa per le scappatelle di Donald. E rinchiusa nella torre del castello in versione “Raperonzolo”, così la chiamavano gli agenti dei servizi segreti.

E’ un’estrema sintesi del ritratto di Melania Trump che emerge dalle anticipazioni del libro di Stephanie Grisham, ex portavoce della Casa Bianca e della stessa ex first lady. Il titolo è “I’ll take your questions now”, la frase con cui Melania si rivolgeva ai giornalisti durante i briefing.

Un racconto di chi ha vissuto per anni accanto alla famiglia presidenziale e in particolare a Melania. Che, a detta della Grisham, nonostante mostrasse in pubblico un “falso distacco", era letteralmente ossessionata dalla sua immagine pubblica.

Leggeva tutti gli articoli che parlavano di lei e lo faceva in modo maniacale, aveva un alert di Google che le segnalava in tempo reale tutti i contenuti in rete in cui veniva citata.

Falso anche il disinteresse per il marito, era gelosa e diventava furibonda per le scappatelle di Donald che finivano sulla stampa, da quella con la coniglietta di Playboy Karen MacDougal a quella con la pornostar Stormy Daniels.

Le varie immagini pubbliche in cui mostra quasi disprezzo per il marito e gli vieta di prenderle la mano sono una reazione a questi episodi: “Voleva farlo sentire in imbarazzo”, spiega l’autrice del libero. "Non voglio fare la fine di Hillary Clinton”, ha confessato Melania alla sua portavoce, riferendosi all’ormai nota relazione dell’ex presidente Bill con Monica Lewinsky.

Un’altra caratteristica che emerge dal libro è la vita in isolamento di Melania, che era “staccata dal mondo”. “Nel suo ufficio personale alla Casa Bianca non è quasi mai andata – racconta Grisham –, preferiva lavorare in remoto dalla sua residenza, già prima della pandemia”.

Per questo gli 007 Usa la chiamavano Raperonzolo, come la protagonista della fiaba dei fratelli Grimm rinchiusa nella torre più alta del castello.

(Unioneonline/L)

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