Protagonista e testimone di ventisei missioni di pace, dall'Iraq all’Afghanistan, dal Sudan fino al Kosovo dove ricopriva il ruolo di consigliere dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati quando, nel 1999, in un incidente aereo persero la vita due professionisti olbiesi, Roberto Bazzoni e Antonio Sircana, impegnati in un progetto di assistenza ai bambini mutilati dalle mine della guerra nell'ex Jugoslavia. L'ambasciatore e mediatore dell'ONU nelle zone più calde del mondo, Staffan de Mistura, stamattina a Olbia, a distanza di venticinque anni dall'accaduto, ha reso omaggio ai due volontari morti nello schianto dell'aereo noleggiato dalle Nazioni Unite per il World Food Program, prima di arrivare a destinazione, con a bordo ventuno operatori umanitari, di cui dodici italiani. Una lectio magistralis per gli studenti, alla presenza del sindaco, Settimo Nizzi, delle massime autorità militari e dei familiari delle vittime, come un inno alla speranza, al dialogo e al coraggio. "In quella tragica occasione rimasi molto colpito dalla profonda dignità, tipica della vostra terra, nell'affrontare un dolore così atroce", ha detto de Mistura, ricostruendo i momenti successivi al disastro aereo. "L'aereo si schiantò contro una montagna a 1.400 metri di altezza, quando arrivai sul luogo dello schianto, due giorni dopo, il dolore era ovunque, aggravato da burocrazia e difficoltà logistiche", ha continuato, spiegando il senso della memoria. "Il ricordo delle tragedie deve alimentare l'impegno per la pace e le ferite possono essere trasformate in testimonianza", ha concluso l'ambasciatore, salutando la platea in gallurese.

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