Violate, nel fisico e anche a livello psicologico. Sono circa 250 milioni le donne che nel mondo sono portatrici di mutilazioni genitali femminili. E sono circa tre milioni le bimbe e ragazze a rischio ogni anno. Tra i 4 e i 14 anni, ma talvolta anche più piccole.

Il problema, oggi all'attenzione globale con l'occasione della Giornata internazionale sul tema, è anche di altra natura, perché la pratica è particolarmente dannosa per la salute delle destinatarie, con dolori ricorrenti e infezioni che talvolta possono portare anche alla morte.

Solo in Italia le donne presenti sul territorio e che sono state sottoposte durante l'infanzia a una forma di mutilazione genitale, secondo le stime, sono tra 61mila e 81mila, ma potrebbero essere molte di più perché alcune magari non hanno avuto bisogno di rivolgersi al Servizio Sanitario e quindi non sono state "intercettate".

"Le mutilazioni genitali femminili - spiega il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa - sono una forma di violenza, che calpesta i diritti di bambine e giovani donne". "L'Unicef, in un recente rapporto - rileva ancora - stima che altri 68 milioni di ragazze le subiranno da qui al 2030 se non vi sarà un'accelerazione nell'impegno per porre fine a questa pratica aberrante".

Le mutilazioni sono oggi proibite "dalle leggi della maggior parte dei Paesi occidentali e africani - aggiunge Zampa - oltre che dalla comunità scientifica. In alcune società, è considerata un rito di passaggio all'età adulta. Ad eseguire le mutilazioni sono essenzialmente donne: levatrici tradizionali o le stesse madri. Ma è impressionante rilevare che oltre 20 milioni in 7 Stati (Egitto, Sudan, Guinea, Gibuti, Kenya, Yemen

e Nigeria) sono state sottoposte a questa pratica per mano di un operatore sanitario. Una Risoluzione del Parlamento europeo del 2018 invita a vietare esplicitamente la medicalizzazione".

In Italia esiste una legge, la numero 7 del 2006, che prevede oltre che il contrasto della pratica e la realizzazione di un'attività di prevenzione, assistenza e riabilitazione, anche lo stanziamento di fondi. Obiettivo è coinvolgere le bambine sin dalla scuola per favorire l'integrazione.

(Unioneonline/v.l.)
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