La storia può scorrere a lungo, anche per decenni, come un lento fiume, placido e rassicurante. È quello che è successo in Europa, soprattutto nella sua parte occidentale, nei decenni successivi alla fine della Seconda guerra mondiale. Non a caso alcuni storici sono arrivati a teorizzare, per l’Occidente, addirittura la “fine della Storia”, almeno nei suoi aspetti più rocamboleschi e meno rassicuranti.

Improvviso, però, arriva sempre uno strappo, un violento strattone che rimette in moto la vicenda storica. Un virus invisibile mette a soqquadro il globo oppure i carri armati riprendono ad aggirarsi, minacciosi, per il territorio europeo: sono esempi recenti di quei frangenti decisivi a cui il grande scrittore e storico austriaco Stephen Zweig ha dedicato uno dei suoi capolavori, “Momenti fatali”, oggi disponibile in audiolibro (Emons, 2023), nella lettura di Danilo Negrelli.

Nel saggio, pubblicato nel 1927, Zweig attraverso quattordici miniature scritte racconta alcuni passaggi decisivi nella vicenda umana. Sono quei momenti rari, “ore stellari”, per usare le parole dello scrittore austriaco, in cui maturano decisioni e dinamiche che trascendono la contingenza e che, “fulgide e immutabili come le stelle, risplendono sopra la notte dell’umana caducità”.

L'audiolibro
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Riviviamo, così, grazie alla precisione storica di Zweig e al suo talento narrativo, tanto abile nel rievocare psicologie e ambienti, la caduta di Costantinopoli, fra le urla dei turchi vincitori e quelle dei cristiani sconfitti, e il viaggio del vagone piombato in cui Lenin, nel 1917, attraversa la Germania con destinazione la Russia e la rivoluzione bolscevica. E ancora la scoperta dell’oceano Pacifico da parte degli spagnoli guidati da Ferdinando Magellano, le prime parole che corrono lungo un cavo transoceanico nel 1858 per arrivare al sogno di pace formulato dal presidente statunitense Wilson all’indomani della Grande Guerra.

Dalle pagine di Zweig la storia ritorna materia viva, vitale, capace di incidere sulla nostra vicenda personale e sul nostro sentire. Ogni miniatura che compone il libro diventa, infatti, punto d’osservazione, finestra aperta da cui affacciarsi, per far scorrere lo sguardo dal passato al presente.

La storia perde quindi la sua presunta staticità - che è per molti un sinonimo di inutilità - per mostrarci come ogni evento possa trasformarsi in una sorta di sassolino lanciato nello stagno. Muove l’acqua in maniera più evidente là dove cade ma provoca dei movimenti circolari che si irradiano verso l’esterno allontanandosi sempre di più dal punto di caduta.

Ecco: Zweig ha saputo cogliere in maniera ineguagliabile il valore del sassolino che muoveva lo stagno e mostrarci la portata delle onde che pur provenendo da lontano, nello spazio e nel tempo, ancora muovono la navicella della nostra esistenza. 

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