Marianna Bussalai, donna "valente e di valore", è stata attivista storica, prima sardista e prima protagonista al femminile del congresso provinciale del suo movimento politico, il Partito Sardo d'Azione.

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Marianna Bussalai, orfana di madre e intrappolata per una vita intera a letto da una deformazione della colonna vertebrale, nasce nel 1904 ad Orani, piccolo paese ai piedi del Monte Gonare, nel cuore della Barbagia. La sua debole condizione fisica, mescolata ad un carattere fiero e ardimentoso, non le impedirà di avviare una coraggiosa e ambiziosa battaglia per un'Isola autonoma.

Marianna diventerà attivista storica, prima sardista e prima protagonista al femminile del congresso provinciale del suo movimento politico, il Partito Sardo d’Azione.

Contribuirà con forza al percorso di affermazione dell'identità e dell'alfabetizzazione dell’Isola, soprattutto con riferimento al genere femminile di cui si fa portavoce ed espressione.

Una testimonianza preziosa sulla sua figura è quella offerta da Marta Brundu, compaesana di Orani, che ha voluto dedicarle una tesi di laurea, in cui evidenzia della Bussalai "il coraggio di sopportare la malattia, la caparbietà nel vincere l’isolamento, la capacità di non piegarsi alla cultura dominante, la lucidità nel giudicare gli eventi mentre accadono".

Raccontare Marianna Bussalai è stata anche la missione di Francesco Casula, professore di storia e filosofia esperto di lingua sarda e storia dell'Isola. Il suo libro "Marianna Bussalai" (Alfa Editrice), è scritto in lingua sarda anche per lei, che della lingua dell’Isola amava la musicalità, ritenendola patrimonio prezioso e identità da proteggere.

DONNA DI VALORE - "Marianna è stata una donna valente, di valore - racconta Casula - , una ragazzina che con la quarta elementare, malaticcia, in un paese chiuso com’era Orani agli inizi del Novecento, da autodidatta si è fatta una cultura, non solo letteraria ma anche filosofica e politica, diventando scrittrice e poetessa e insieme leader politica. I suoi amici – con cui ha una fitta corrispondenza epistolare – sono Montanaru e i grandi dirigenti sardisti: da Luigi Oggianu a Pietro Mastinu, dai fratelli Melis (compreso il futuro presidente della Regione sarda, Mario Melis) a Emilio Lussu e Dino Giacobbe. E Sebastiano Satta, il principe del foro nuorese, il cantore della sardità, che andava spesso a trovarla ad Orani".

LA FORMAZIONE - Marianna frequenta le scuole solo fino alla quarta elementare, poi abbandona a causa di una malattia che non le permette di potersi recare a Nuoro per proseguire gli studi. Da autodidatta legge gli autori sardi, fra cui Sebastiano Satta, Montanaru - con cui ha un fitto carteggio epistolare - e Giovanni Maria Angioy, gli italiani fra cui Dante, Manzoni e Monti, ma anche i russi. Di Montanaru traduce le poesie in italiano. Di Dante avrebbe voluto tradurre la Divina Commedia in Limba per poter dare al popolo sardo la possibilità di leggere e comprendere l’opera.

Il sardismo e l’antifascismo, cui dedica tutta la sua vita, – ovvero l’amore smisurato per l’autonomia e per la libertà – li vede incarnati meravigliosamente in Lussu, verso cui nutre ammirazione e persino devozione.

SARDISMO ANTE-LITTERAM - Quello della Bussalai è un Sardismo "ante litteram", che nasce come sentimento o, più precisamente, come ri-sentimento contro uno Stato patrigno. "II mio sardismo – scriverà in una lettera all’avvocato Luigi Oggiano - nasce da prima che il Partito sardo sorgesse, cioè da quando, sui banchi delle scuole elementari, mi chiedevo umiliata perché nella storia d'Italia non si parlasse mai della Sardegna. Giunsi alla conclusione che la Sardegna non era Italia e doveva avere una storia a parte".

Marianna Bussalai, la "Signora Marianedda de sos Battor Moros", come veniva chiamata dai suoi compaesani, si spegne nel 1947, a soli 43 anni. Il suo grande impegno per l'indipendenza dell'Isola continuerà a vivere nella memoria di chi porterà avanti il suo pensiero.

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