Il 2008 è un anno di svolta per Magdi Allam.

Il giornalista e scrittore italiano di origine egiziana, nato nel 1952 a Il Cairo e formatosi presso le scuole delle suore comboniane e dei salesiani grazie all’aiuto della famiglia Caccia, imprenditori italiani generosi che vollero sostenere la madre Safeya, si converte al cristianesimo in seno alla Chiesa Cattolica.

E’ l’incontro con Papa Benedetto XVI  a spingerlo verso un percorso di fede che gli stravolge l’esistenza e così, durante la Veglia pasquale, il 22 marzo, l’animo critico di un musulmano inquieto diventa Cristiano, anche nel nome, e formalizza la sua conversione ricevendo dal Santo Padre, a San Pietro, il tempio della cristianità nel Mondo,  battesimo, cresima ed eucaristia in un'unica intensa celebrazione.

Nei giorni scorsi era a Cagliari per presentare il suo ultimo libro, “Stop Islam”, circondato dall’affetto di tantissimi estimatori.

Cosa troveranno i lettori in “Stop Islam”?

“Un invito a conoscere la realtà dell'islam fondato sul culto esclusivo del dio pagano arabo Allah, uno dei 360 idoli che venivano adorati nel Pantheon politeista della Mecca, e sull'obbedienza a Maometto che, da umile cammelliere analfabeta, impose il suo potere assoluto tramite la violenza, culminata nel 627 nella strage della tribù ebraica dei Banu Quraiza in cui Maometto partecipò personalmente allo sgozzamento e alla decapitazione di circa 900 ebrei maschi adulti, mentre le donne e i bambini furono ridotti in stato di schiavitù, seviziati e venduti nel mercato degli schiavi.

In parallelo, in ‘Stop islam’, lancio un appello, nel rispetto dei musulmani che a loro volta rispettano le nostre leggi, ottemperano alle nostre regole e condividono i nostri valori, ad avere l'onestà intellettuale e il coraggio umano di prendere atto dell'incompatibilità dell'islam come religione con la nostra civiltà laica e liberale, e di conseguenza di mettere fuori legge l'islam come religione all'interno del nostro Stato di diritto, per salvaguardare il nostro inalienabile diritto ad essere pienamente noi stessi dentro casa nostra”.

Cosa l’ha spinta a diventare un cattolico?

“Sin da bambino, da musulmano che per quattordici anni ha vissuto in collegio prima dalle suore comboniane e poi dai sacerdoti salesiani, ho conosciuto e sono rimasto affascinato dalla figura di Gesù. Amavo leggere i Vangeli e restavo incantato dalle parabole di Gesù, da me percepite come perle di saggezza umana. L'approdo al cristianesimo tramite la Chiesa cattolica, e non ad esempio la Chiesa copta ortodossa che rappresenta la maggioranza dei cristiani in Egitto, il mio Paese natale, si deve al fatto che è in ambito cattolico che ho conosciuto il cristianesimo e successivamente è nell'Italia prevalentemente cattolica che ho sviluppato le amicizie e le frequentazioni che mi hanno portato a maturare la scelta di abbracciare convintamente la fede cristiana. Certamente la mia conversione ha avuto il suo momento saliente nell'incontro con il pensiero e con la persona di Benedetto XVI, il Papa che più di altri incarna il sodalizio di fede e ragione, ciò che sostanzia la fede in Gesù Cristo vero Dio e vero uomo”.

Pentito di questa scelta anche alla luce delle critiche mosse in passato al Vaticano?

“Io sono cristiano anche se mi sono dissociato dalla Chiesa di Papa Francesco per la sua legittimazione dell'islam come religione, per la sua apologia dell'immigrazionismo concependo l'accoglienza dei clandestini come un atto di fede, per il suo relativismo in tema valoriale con l'apertura all'omosessualismo, per la sua promozione del Nuovo Ordine Mondiale assoggettato alla dittatura finanziaria e globalista. Ma la mia fede in Gesù resta solida”.

Lei ha vinto il Premio Dan David per “il suo incessante lavoro mirante a favorire la comprensione e la tolleranza fra le culture". E’ ancora possibile ricercare una convivenza tra l’islam e le altre religioni?

“Il dialogo e la convivenza avvengono tra le persone non tra le religioni. Credo fermamente che tutti noi dobbiamo promuovere il dialogo e la convivenza tra le persone, nel rispetto della civiltà del luogo e del tempo in cui si vive. Viceversa i contenuti delle idee, delle ideologie o delle religioni vanno vagliati attraverso la ragione, possono essere accettati, criticati o rifiutati, senza che ciò si traduca automaticamente nella condanna delle persone che vi fanno riferimento”.

Svolta talebana in Afganistan. Qual è il suo punto di vista?

“Il successo dei Taliban nel ritornare al potere il 15 agosto scorso grazie a un accordo con gli Stati Uniti, dopo essere stati condannati come movimento terroristico islamico quando nel 2001 gli Stati Uniti scatenarono la guerra in Afghanistan che accoglieva Bin Laden e Al Qaeda, autori degli attentati alle Torri Gemelle a Manhattan, è stata la resa della civiltà occidentale. Il messaggio che gli islamici hanno recepito è che se la superpotenza mondiale è scesa a patti e ha riconsegnato il potere ai terroristi islamici, significa che la civiltà occidentale è finita e che è arrivato il momento di conquistare l'Occidente, cominciando dalla Vecchia Europa che gli islamici da 1400 anni sognano di sottomettere”.

I casi di Patrick Zaki e Giulio Regeni cosa ci raccontano della sua terra d’origine?

“Da settemila anni l'Egitto è governato da faraoni, da un potere centrale autoritario che deve essenzialmente garantire il regolare flusso delle acque del Nilo dal Sud al Nord del Paese, senza cui gli attuali oltre 100 milioni di egiziani non potrebbero sopravvivere. Dire che dietro alla morte di Regeni e alla prigionia di Zaki ci sia un potere dispotico è un fatto scontato. Aver agito senza esserne consapevoli o sfidando questa realtà è stato un errore. Se questo errore è frutto di una trappola tesa da chi strumentalizza la vita di giovani animati da un idealismo apprezzabile ma non praticabile, è il compito su cui dovrebbe cimentarsi la magistratura”.

Grande commozione ha destato il caso di Saman Abbas, la ragazza pakistana uccisa dalla sua famiglia. Chi è il responsabile di questa violenza cieca? O sono singoli casi di  follia umana?

“L'islam concepisce la donna come un essere antropologicamente inferiore rispetto all'uomo. Il matrimonio combinato è una radicata consuetudine non solo nelle società islamiche. La giovane Saman ha sfidato l'islam e la consuetudine. Ha perso la vita in un'Italia dove la vita di tutti è sacra, la donna beneficia di pari dignità dell'uomo, la libertà di scelta è il pilastro della civiltà. Il messaggio è che, da un lato, la famiglia che l'ha uccisa deve essere sanzionata con il massimo rigore, e dall'altro, l'Italia deve assicurare che all'interno del proprio Stato di diritto tutti coloro che vi risiedano rispettino le stesse leggi, ottemperino alle stesse regole, condividano gli stessi valori”.

Tornerà a fare politica attiva all’interno di un partito?

“Il Governo Draghi è l'apoteosi del consociativismo di una partitocrazia che ha posto fine alle differenze ideologiche e converge sulla spartizione delle fette del potere. Considero che questo Stato sia collassato e che la nostra civiltà sia decaduta. Il mio impegno è sul fronte della formazione culturale, della mobilitazione civile e dell'azione politica finalizzata al riscatto dell'Italia come Stato nazionale indipendente e sovrano, alla salvezza degli italiani innanzitutto dal tracollo demografico, alla rinascita della nostra civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane, greco-romane, umaniste e illuministe”.

L.P.

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