L’Asinara e la Grande guerra, un’isola trasformata in un grande campo di prigionia arrivò ad ospitare in quel periodo oltre 24mila militari delle più svariate nazionalità dell’esercito austro-ungarico. Questo il tema al centro del prossimo incontro intitolato “Ventimila passi nel vento–La bellezza e il vento sono gli unici custodi delle vite passate nella sua storia", in programma venerdì 10 marzo alle 18 presso la sala conferenze della sede del Parco nazionale dell’Asinara dove interverranno diversi relatori.

Durante la prima guerra mondiale l’isola dovette affrontare una grande emergenza che durò otto mesi, dal dicembre 1915 quando arrivarono le prime navi provenienti da Valona, in Albania, con i primi contingenti di prigionieri, fino all’estate del 1916, con la partenza di 16 mila soldati trasportati in Francia per finire in altri campi di concentramento oppure rimandati al fronte per combattere a fianco dei francesi contro gli ex commilitoni.

Quella dei prigionieri austro-ungarici fu una delle pagine di storia tra le più terribili, ricordata dai diversi cimiteri sparsi nell’isola e divisi per nazionalità, oltre da documenti e fotografie in mostra nel museo di Cala d’Oliva. Un grande sforzo fu compiuto dagli italiani per accogliere una massa così numerosa di uomini all’Asinara che sino all’inizio delle ostilità ospitava non più di cinquecento persone: morirono a migliaia per malattie e stenti. 

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