«I demoni che ho dentro» - perché Lady Macbeth lo sa, la lettera del marito tra le mani, il salone del castello di Inverness illuminato dalla luce delle candele bianche. «I demoni che ho dentro», perché Lady Macbeth lo sa cosa bisogna fare, in questa terra di streghe e di rovi, e bisogna farlo adesso. Uccidere il re di Scozia. Accoltellarlo a morte. Qui, ora, subito.

Da Shakespeare a Verdi - William Shakespeare e Giuseppe Verdi, insieme, che meraviglia. Se non avete mai assistito a una rappresentazione del “Macbeth” sappiate che da domani, giovedì 31 ottobre, e per un totale di otto repliche (sabato 2 novembre alle 19; domenica 3 novembre alle 17; martedì 5 novembre alle 20.30; mercoledì 6 novembre alle 20.30; giovedì 7 novembre alle 19; venerdì 8 novembre alle 20.30; sabato 9 novembre alle 17; domenica 10 novembre alle 17), l’opera torna in scena al Teatro Lirico di Cagliari. Lady Macbeth è Sonia Ganassi al suo debutto. Il ruolo è strepitoso. Proviamo insieme a capire perché.

«Fatemi uomo» - Dire della crudeltà di Lady Macbeth sarebbe troppo facile. Anche Shakespeare non lo fa. In tutta la tragedia, cinque atti, la più breve tra le composizioni dell’inglese, mai e mai un giudizio morale. Cosa vuole Lady Macbeth? Vuole il potere. Perché Lady Macbeth vuole il potere? Non lo sappiamo. Sembra che Shakespeare abbia modellato la sua donna sulla regina di Gruoch, prima moglie di Gille Coemgáin mormaer di Moray, seconda moglie di MacBeth di Scozia, nipote di Kenneth III. Ma, poco, si sa. D’altronde siamo nell’anno Mille. Storicamente, uno dei più oscuri.

Certo che, per Lady Macbeth, Shakespeare usa l’aggettivo dark. È la prima volta che succede - da qui in poi dark lady diventerà locuzione comune. Lady Macbeth è dark. È torbida, è sudicia, è impura. Torniamo a Verdi. L’editore Giulio Ricordi gli aveva proposto Eugenia Tadolini, soprano all’epoca molto famoso, ma Verdi la scartò. «La Tadolini ha una troppo bella voce», Lady Macbeth deve essere aspra, quasi soffocata, sporca, turpe. «Lady Macbeth deve strisciare per terra». Perché Lady Macbeth è dark. È torbida, è sudicia, è impura. Attenzione: però: non lo è perché è donna.

Di nuovo Shakespeare. Atto primo, scena quinta. «Venite, spiriti addetti ai pensieri di morte, strappatemi questo mio sesso, riempitemi, dal cranio ai piedi, della ferocia più cruda». Ecco, Lady Macbeth dice: «Strappatemi il mio sesso». Fatemi uomo, perché una donna no, una donna non è fatta così, non può essere fatta così, della ferocia più cruda.

Il latte e il sangue - Un uomo, invece. Ma ne siamo sicuri? Macbeth, per esempio. È il generale dell’esercito di Duncan. È nobile di nascita, è nobile d’animo, lo immaginiamo, nella prima scena, mentre cammina, bello e fiero, nella brughiera. La profezia delle tre streghe cambia tutto. «Sarò il nuovo re», e lo scrive, subito, alla moglie. «Sarò il nuovo re», e lo ripete, gli stivali che affondano nelle paludi, il pugnale che brilla nella notte nera. «Sarò il nuovo re». Ma Lady Macbeth sa che ha sposato un debole, pavido, vanaglorioso piccolo uomo. «Temo la tua natura: è troppo piena del latte dell’umana dolcezza per scegliere la via più breve. Vorresti essere grande, e non senza ambizione, ma senza la malizia che dovrebbe accompagnarla. Ciò che vuoi fortemente lo vuoi da onesto».

Ecco, allora, che Shakespeare capovolge ogni cosa, in quel Millecinquecento cammuffato da anno Mille, l’uomo è debole come una donna, la donna è forte come un uomo.

Macbeth tradisce, imbroglia, uccide perché lo vuole sua moglie. E si tormenta, non riesce più a dormire, la sua crudeltà diventa follia e la sua follia si tinge di visioni paranoiche, ma non si pente.

Una madre è una madre - Il pentimento, forse, quello appartiene a lei. Eccola, vestita di bianco, i capelli sciolti, non riesce a dormire, cammina a piedi nudi lungo gli anditi del suo castello da regina. Prova a togliersi il sangue dalle mani, e sfrega, sfrega forte, ma il sangue non va via, e puzza di morte. La morte dei bambini, perché non è morto solo Duncan, sono morti i bambini, lo sa, li vede, sono morti, e il sangue non va via. La morte che la fa ritornare in sé, perché lei, quel sesso che invocava gli dei di strapparle via, quel sesso ce l’ha ancora, lo porta nel suo grembo, giù, nel suo ventre, per sempre. Di Macbeth è moglie e sorella, è amica, è compagna: è madre. Lei, che madre non è.

Lady Macbeth muore - non sappiamo se sia suicidio, o se sia febbre. Muore in tutta la sua magnificenza, quella che Macbeth mai avrà.
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