BANDITI E BRIGANTI, UNA STORIA SARDA - Terzo appuntamento con il racconto fotografico di Album Sardo, che questa settimana ci riporta all'ultimo decennio dell'800, la stagione della modernizzazione dell'isola e del tentativo - fallito - di farne decollare industria ed economia, ma anche la data chiave della lotta al fenomeno del banditismo che proprio allora si rende protagonista di un'escalation di violenza, a cui il governo sabaudo reagisce con una durissima repressione militare. Così, mentre sull'isola proliferano i cantieri delle grandi opere infrastrutturali e delle reti ferroviarie, mentre i bacini metalliferi diventano immensi poli industriali, intere aree dell'entroterra restano al di fuori del controllo istituzionale, soggette a una sorta di anti-stato e in balia dell'illegalità.

RAZZA DELINQUENTE - E l'antico stereotipo di paese "barbarico e primitivo" trova un fondamento scientifico nelle tesi di antropologi e criminologi aderenti alle correnti positiviste o negli scritti di semplici osservatori, arrivando talvolta a conclusioni aberranti che imputano l'alto tasso di criminalità isolana a ragioni di carattere biologico, quasi la violenza fosse inscritta nel sangue e nel DNA del popolo sardo. Opere letterarie come "Caccia grossa" di Giulio Bechi o saggi accademici come "La delinquenza in Sardegna" di Alfredo Niceforo incideranno profondamente sulla visione generale che i "continentali" hanno della popolazione sarda, e allo stesso tempo provocheranno l'indignazione degli isolani e un pericoloso sentimento di sostegno verso briganti e banditi, visti spesso come leggendari Robin Hood locali.

LA CAMPAGNA MILITARE DEL '99 - Il governo sabaudo affronterà il problema della "devianza sociale" dell'isola e l'escalation di violenza di fine '800 con la politica dei provvedimenti speciali e con la campagna militare del 1899 che metterà in vero e proprio stato d'assedio i territori del Nuorese, del Goceano e delle Barbagie, nello stesso momento in cui l'isola si prepara alla visita trionfale del sovrano Umberto I e della sua consorte.

Barbara Miccolupi
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