Come stare in relazione con gli adolescenti? Nel suo ultimo saggio intitolato Chiamami adulto (Raffaello Cortina Editore, 2025, pp. 224, anche e-book) lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini approccia questo quesito complesso proponendoci nell’introduzione una riflessione inaspettata.

Le prime pagine del volume, infatti, sono intitolate “Ogliastra”. Ma cosa c’entra questa bellissima zona della Sardegna con un saggio sui difficili rapporti tra adulti e adolescenti? Ebbene, Matteo Lancini ci spiega di essere ospite dell’Ogliastra per le vacanze da più di quarant’anni e di essere stato incuriosito, come molti, dalla straordinaria longevità degli abitanti della zona. Una longevità che è stata spiegata in molti modi: il clima particolare, l’alimentazione, uno stile di vita più legato ai ritmi naturali, quindi meno stressante. Per Lancini – e sono in molti a pensarla come lui - il vero segreto degli ogliastrini è costituito dalla socialità e dalla forza delle relazioni. In Ogliastra si conduce una vita di comunità che non solo allunga la vita, ma spinge le persone ad avere voglia di protrarre l’esistenza il più a lungo possibile.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Insomma, la relazione è tutto. Ecco il punto centrale per Lancini, sia che si parli di longevità ogliastrina, sia che si affronti il tema del rapporto che noi adulti vogliamo costruire con i più giovani, con i nostri figli, con i ragazzi e le ragazze che incrociamo come insegnanti o in qualsiasi professione a contatto con gli adolescenti. La relazione è tutto quello di cui ha bisogno un bambino, un figlio, uno studente, un paziente ed è tutto ciò che un adulto deve sapere offrire, oggi più che mai. Si intende, naturalmente, una relazione basata sull’autenticità, sulla reale capacità di interessarsi a chi è l’altro ed empatizzare con lui o con lei, partendo dal suo modo di essere, dal suo modo di interpretare quanto gli sta accadendo. Bisogna, viceversa, evitare quel tipo di relazione egocentrica in cui troppo spesso siamo invischiati, una relazione incapace di ascoltare cosa ha da dire il nostro interlocutore, che mette a tacere le parole e le emozioni troppo dolorose e fastidiose per potere essere accolte e accettate in maniera autentica.

Per Lancini si tratta, per molti adulti, di operare una vera e propria rivoluzione rispetto ai dettami di una società dove il sistema dei valori privilegia il singolo, l’espressione di sé stessi a scapito dell’ascolto autentico. Una società dove troppo spesso si pretende che l’altro sia autentico, ma a nostro modo così da non sentirci inadeguatii nel nostro ruolo di genitori oppure di adulti che si rapportano con gli adolescenti. Troppo spesso, per l’autore, giustifichiamo le nostre scelte dicendo a chi ci sta di fronte: “Lo stiamo facendo per il tuo bene” quando invece lo facciamo per noi stessi, per sentirci confermami e non dovere fare i conti con le nostre debolezze.

Ebbene, in una società come la nostra, dissociata, dominata e pervasa da una fragilità degli esseri umani adulti senza precedenti l’unica è puntare sull’autenticità delle relazioni per tornare a essere punti di riferimento autorevoli e credibili. Dobbiamo quindi costruire un modello di relazione meno basato sul fare e più sullo stare: stiamo fermi, stiamo in ascolto, stiamo concentrati e attenti, stiamo, pur sapendo che gli adolescenti che abbiamo di fronte ci possono raccontare il loro malessere, la loro rabbia, la loro fatica, l’assenza di amici e di prospettive. Stiamo, anche se stare significa ricevere un pugno nello stomaco, anche se le parole che ci vengono rivolte da ragazzi e ragazze ci appaiono prive di senso, di speranza, vuote.

Come scrive Lancini: «Il vero cambiamento può avvenire solo se noi adulti ascoltiamo davvero i nostri figli e studenti, se permettiamo che le loro parole penetrino e di radichino dentro di noi, facendo germogliare nella nostra pancia la pianta dello stare».

Una pianta splendida e tenace come la ginestra cantata da Leopardi in una poesia che non a caso è un inno alla solidarietà, all’umanità, alla speranza che nonostante tutto da sempre è compagna degli esseri umani.

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