La regina del vino
Nel romanzo “La ragazza delle meraviglie” di Christel de Lassus l’incredibile (e dimenticata) storia di Joséphine de SauvagePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A partire dal Settecento la Francia è diventata la patria d’eccellenza dei grandi vini. In quest’epoca imprenditori e produttori del settore vinicolo francese cominciarono a innovare il settore vinario selezionando i vitigni migliori. Soprattutto nella zona di Bordeaux, furono introdotte nuove tecniche di vinificazione basate sul cosiddetto metodo bordolese, che prevedeva (e prevede ancora oggi) l'assemblaggio di diverse varietà di uve, con l'obiettivo di creare vini più equilibrati e adatti all’invecchiamento. Sempre in Francia, grazie agli studi del chimico Antoine-Laurent Lavoisier, furono compresi i meccanismi di trasformazione degli zuccheri in alcool (un processo alla base della fermentazione dell’uva), così come l’importanza di far maturare il vino in botti pulite e in ambienti con temperature adatte. I vini di Bordeaux fecero scuola, influenzando prima di tutto la produzione italiana del Chianti e del Barolo e divennero ben presto onnipresenti sulle tavole dell’aristocrazia e della grande borghesia
Tra coloro che innovarono l’universo vinicolo francese vi è un personaggio troppo spesso dimenticato: Joséphine de Sauvage. Una donna ingiustamente caduta nell’oblio che la scrittrice Christel de Lassus riporta agli onori della cronaca grazie al suo romanzo La ragazza delle meraviglie (Slow Food Editore, 2025, Euro 18,00, pp. 304. Anche Ebook), vera e propria saga alla Via col vento ambientata tra i vitigni della zona di Sauternes negli anni della Rivoluzione francese.
Christel de Lassus, grazie alla riscoperta di inediti archivi, riporta alla luce nel suo libro una vita straordinaria, ricca di intraprendenza e coraggio, tanto da sembrare contemporanea.
Quando Joséphine de Sauvage eredita la tenuta di Yquem, nel 1785, nulla lascia presagire che proprio lì sarebbe nato un vino mitico, unico al mondo. L’infanzia di Joséphine trascorre tra le vigne e i profumi del Sauternes. Fin da bambina accompagna il padre tra le viti, desiderosa di apprendere le conoscenze in materia di viticoltura e vinificazione. A diciassette anni, rimasta orfana di entrambi i genitori, si sposa, si trasferisce a Parigi e frequenta spesso la corte reale. Joséphine passa dalle luci naturali del Sauternes a quelle abbaglianti di Versailles. Pur non amando i fasti della corte, frequentarla si rivela decisivo per le sorti del suo vino, che diventa noto presso la nobiltà parigina. A vent’anni, Joséphine rimane vedova e, sola a capo della tenuta, viene chiamata a difendere i terreni e le vigne durante la Rivoluzione. Il sangue scorre nella Francia del Terrore, minacciando anche la regione di Bordeaux. Joséphine viene arrestata più volte ma, rilasciata, riesce a pagare i debiti dei familiari, cercando con ogni mezzo di proteggere i suoi cari e Yquem. Davanti alle avversità e ai numerosi lutti che è costretta ad affrontare, decide di dedicarsi anima e corpo al suo vino. Quando si accorge che quello rimasto nelle barrique durante gli anni della Rivoluzione ha assunto profumi fruttati più intensi, il suo talento le fa intuire il ruolo della “muffa nobile” nella trasformazione: decide così di valorizzare questa caratteristica e di selezionare accuratamente i singoli grappoli per ottenere un vino liquoroso d’eccezione. Da qui in avanti, si parlerà di Château d’Yquem e non più di un semplice vino di Sauternes. E Joséphine de Sauvage diverrà la regina del vino.