Immortale. Anche nel Terzo Millennio la radio continua ad essere il mezzo più seguito in tutti i Paesi del mondo grazie anche all’estrema capacità di adattamento. La sua importanza è emersa e – purtroppo – continua a emergere anche in occasione degli eventi più tragici. “La radio nei teatri di guerra e nelle periferie del mondo” è il titolo del seminario di studi che si svolgerà domani, martedì 16 maggio, dalle 11 alle 14 nell’Aula Magna dell’Università di Sassari.

Indispensabile per la comunicazione durante i conflitti mondiali del ‘900, quando era un mezzo all’avanguardia, la radio è rimasta tale anche oggi nei vari conflitti in atto nel mondo. L’appuntamento di Sassari intende mettere in evidenza anche l’importanza delle radio umanitarie e comunitarie per le popolazioni più disagiate. La presenza di una rete di segnali captabili anche nelle regioni più remote e difficili da raggiungere ne accresce la duttilità e la facilità d’uso, consentendo una gamma di utilizzazioni che altri mezzi non hanno.

Dopo l’introduzione del rettore Gavino Mariotti e della professoressa Romina Deriu, presidente del Corso di laurea Comunicazione pubblica e professioni dell’informazione, interverranno: Andrea Borgnino, Direttore Rai Play Sound; Oreste Molino, già al Servizio di Azione Esterna della Commissione Europea; Gianfranco Scalas, Generale dell’Esercito italiano, promotore di Radio West, radio comunitaria; Emanuele Fiorilli, Inviato Rai; Gianni Garrucciu, Docente di tecnica della Radio Università di Sassari; Rosario Cecaro, docente di Laboratorio TV Università Sassari; Carmen Botti, Direttrice della Sede regionale Rai per la Sardegna; Luigi Carossino, Coordinatore Radio Uniss.

Il seminario è inserito nell’iniziativa “Maggio della comunicazione”, del Corso di laurea in comunicazione pubblica e professioni della comunicazione ed è valido anche come corso di formazione per i giornalisti che avranno diritto a tre crediti formativi.

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