Ci sono giorni destinati ad entrare nella storia. Il 5 ottobre 1962, un venerdì in cui Kennedy era ancora presidente degli Usa e Giovanni XXIII sedeva sul trono di Pietro, uscivano in contemporanea il primo 45 giri dei Beatles (Love Me Do) e il primo film di James Bond (Agente 007 - Licenza di uccidere). Da quel giorno, la cultura pop mondiale non è stata più la stessa: nascevano di fatto i “favolosi anni Sessanta”, il decennio più creativo e stimolante del Novecento.

Prendendo spunto da quella coincidenza, i giornalisti Michelangelo Iossa e Franco Dassisti nel volume Swinging 60s (Hoepli Editore, 2024, Euro 32,90, pp. 336, anche e-book) hanno scelto di ripercorrere l’epopea di una stagione che ha visto il mondo della musica, del cinema, delle arti, della moda e del costume subire uno scossone di dimensioni gigantesche. Non a caso, in quei giorni Diana Vreeland, direttrice di Vogue, definiva Londra “Swinging”, cioè alla moda. A Michelangelo Iossa abbiamo chiesto come è nata l'idea di un libro sulla favolosa Londra degli anni Sessanta del Novecento:

«È un’idea nata circa quattro anni fa: avevo dedicato molti libri e reportage ai Beatles e a James Bond, due fenomeni della pop culture esplosi nella Londra degli anni Sessanta. La coincidenza tra questi due miti ha dell’incredibile: il 5 ottobre del 1962 usciva Love Me Do dei Beatles e veniva proiettato Dr. No, in italiano Agente 007 – Licenza di uccidere, con un semi-sconosciuto Sean Connery. Da quel giorno, la cultura popolare non sarà più la stessa. Il mondo delle arti visive e performative viene scosso da un sisma di dimensioni gigantesche. Venerdì 5 ottobre 1962 è il giorno in cui nascono gli anni Sessanta. Da quella coincidenza ha preso forma il libro, accolto con entusiasmo dall’editore Hoepli, dal curatore Ezio Guaitamacchi e dal compianto Matteo Guarnaccia, a cui abbiamo voluto dedicare l’intero libro. Con Franco Dassisti abbiamo raccontato la musica e il cinema di quella decade e le firme di Tiziana Cipelletti, di Michela Gattermayer e dello stesso Guarnaccia hanno impreziosito le pagine del nostro volume».

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Cosa ha dato il via a quella stagione di grande creatività e vitalità?

«L’anno-spartiacque è, probabilmente, il 1948. Il Movimento Olimpico cerca una città disposta ad accogliere e organizzare i Giochi nel dopoguerra: nel 1946 viene annunciata la scelta della capitale britannica come prima sede dei Giochi Olimpici post-conflitto mondiale. La scelta non è casuale e ha un valore altamente simbolico: il Regno Unito si è strenuamente opposto al nazismo e Londra è la città che più di ogni altra Adolf Hitler avrebbe voluto distruggere. Un Paese libero e rispettoso dei diritti dell’uomo è la scelta giusta. La XIV Olimpiade si tiene a Londra dal 29 luglio al 14 agosto del 1948. Sugli spalti dello stadio di Wembley siede anche l’erede al trono Elisabetta, che dopo pochi mesi darà alla luce il suo primogenito Carlo».

Cosa ci ha regalato la Swinging London degli anni Sessanta?

«In un fazzoletto di anni, Londra si trasforma nella roccia su cui si costruiscono nuovi edifici culturali, l’ideale ombelico del pianeta. Londra, semplicemente, ‘è’ il mondo. È il ‘Luogo delle Sette Meraviglie’ dal quale prendono forma mode, modi, musiche, film, neologismi e arti. Nel 1966 il settimanale statunitense Time dedica la sua copertina a Londra, definendola – per la prima volta – ‘swinging’: quella pubblicazione si trasformerà in un battesimo per la città e per i suoi anni Sessanta».

Personalmente a cosa (o a chi) è più legato di quel periodo magico?

«I Beatles e James Bond occupano un posto d’onore nel mio immaginario personale, ma è innegabile che alcuni ‘architetti’ degli anni Sessanta abbiano un peso straordinario nella crescita della città. Penso, in particolare, ai Rolling Stones e agli Who, a Mary Quant e a George Martin, a Michael Caine e a Tom Jones, a David Bailey e a Twiggy, a Vidal Sassoon e a John Barry».

Quel periodo magico dura una manciata di anni. Già nel 1970 ha esaurito il proprio slancio. Come mai una fine tanto repentina?

«Gli ultimi tre anni del decennio diventano, contemporaneamente, il culmine del fenomeno e l’inizio del declino. Parigi e Praga sono incendiate dal Sessantotto. San Francisco e la California sostituiscono Londra come capitali controculturali del mondo. Lo scioglimento dei Beatles, nel 1970 segnerà, emblematicamente, la fine dell’Età dell’Oro. Un nuovo decennio è alle porte. Alla fin fine, lascia che sia. È il caso di dirlo alla Beatles: Let It Be».

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