Solo ad agosto, su a Caprera, sono stati staccati 22 mila biglietti. Un record di visitatori in fila dalla casa bianca di Garibaldi fino al Memoriale che racconta le tappe della sua vita, ed è tanto più un successo, capite bene, perché quello del mese di punta è il pubblico che arriva alla Maddalena per le sue spiagge e il suo mare. "È andata molto bene", sintetizza Gianluca Moro, coordinatore del personale che lavora qui da 17 anni e mai aveva visto un tale movimento. "Un grande risultato - racconta - l'abbiamo raggiunto anche il 3 settembre, la domenica dopo il concerto di Fedez e J-Ax. Qui alla casa museo abbiamo staccato 1.153 biglietti e altri 574 al Memoriale". Pubblico giovane, prevalentemente, il che, va da sé, fa ben sperare.

BUONI RISULTATI - In linea col dato nazionale, cresce anche in Sardegna il numero dei visitatori dei musei e dei siti archeologici. Due mesi fa, il ministro Dario Franceschini aveva illustrato i numeri da record dei musei statali in tutta Italia nel primo semestre 2017, e la nostra era tra le regioni con percentuali di incremento confortanti. I numeri del turismo culturale, di un movimento che si muove sulle tracce della Storia millenaria di quest'Isola. La Sardegna oltre il mare.

I BIGLIETTI - Nei dieci siti statali del polo museale - da Su Nuraxi di Barumini al Compendio Garibaldino e Memoriale di Caprera, dalle pinacoteche nazionali ai musei archeologici di Cagliari, Sassari, Porto Torres e Nuoro - da gennaio a giugno sono stati staccati quasi 209mila biglietti. Nel 2016 i visitatori furono poco meno di 273mila. E adesso - in attesa del bilancio definitivo di fine estate, mentre ci si prepara ad accogliere le scolaresche che rappresentano una voce importante degli ingressi nei mesi non estivi - arrivano già i primi numeri di una stagione straordinaria da Barumini a Caprera, a Cagliari. Roberto Concas è il direttore del Museo archeologico di Cagliari, lo spazio espositivo che - tra quelli statali in Sardegna - con i suoi 55mila visitatori nel 2016 e i 27.399 del primo semestre 2017, è tra i più visitati dopo Barumini e Caprera.

LE INIZIATIVE - Qui, solo ad agosto, sono passati 8mila visitatori. "Abbiamo prenotazioni fino a tutto ottobre e anche qualche richiesta per novembre", spiega. Con le esposizioni permanenti, patrimonio prezioso, le iniziative come Musei di storie, mostre legate a grandi temi e condivise con le altre strutture.

Adesso si parla di cibo, con un racconto di tremila anni di storia del vino in Sardegna. "È la nostra funzione di mediatori di cultura - sottolinea -. È importante che il museo viva, che ci sia sempre gente".

L'IMPEGNO - È una buona stagione anche per molte delle strutture non statali, quelle gestite dai Comuni, dai consorzi o dai privati. Un patrimonio di musei e aree archeologiche curato perlopiù dalle cooperative, gente che lavora tra mille difficoltà per via del taglio dei finanziamenti e del precariato senza fine.

TESORI DA SCOPRIRE - Nonostante tutto, si cerca di andare avanti. Anche se il contratto è in scadenza, come per la coop Paleotur di Abbasanta che custodisce il nuraghe Losa. Nel 2016 i visitatori sono stati 22mila. Quest'anno ne conta già 20mila. "Da giugno abbiamo registrato un forte incremento di biglietti staccati, soprattutto ad agosto - dice la presidente Patrizia Carta -. La metà dei visitatori arriva dall'estero, gli altri sono italiani con un 27 per cento di sardi. Abbiamo notato quest'ultimo dato: i nostri conterranei stanno scoprendo i tesori della Sardegna".

I GUERRIERI - Da giugno ad agosto 75mila turisti hanno visitato l'area archeologica di Tharros (60mila nel 2016) e il museo dove regnano i Giganti di Monte Prama, i guerrieri nuragici che dal 2013 (i biglietti furono 50mila) hanno di fatto triplicato gli ingressi. "Anche l'apertura del sito di Monte Prama - dice Fenisia Erdas, assessore alla cultura del Comune di Cabras - ci sta dando grandi soddisfazioni".

Piera Serusi

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