Il Premio Nobel per la Letteratura 2022 va alla scrittrice francese Annie Ernaux

Lo ha annunciato l'Accademia di Svezia.

Nata a Lillebonne, 82 anni, è autrice del romanzo Gli anni (Les Années, 2008), vincitore dei premi Marguerite Duras, François Mauriac, del Prix de la langue française e del Premio Strega europeo 2016, e di quello autobiografico sull'aborto, “L'evento” (L'Événement, 2000).

"Lotterò fino all'ultimo respiro affinché le donne possano scegliere se essere madri oppure no", ha commentato Ernaux, prima donna francese ad essersi aggiudicata il Premio.

Ha saputo della notizia "ascoltando la radio in cucina", mentre si trovava nella sua casa di Cergy, nella periferia nord-ovest di Parigi. "La contraccezione e il diritto all'aborto sono un diritto fondamentale, la matrice della libertà delle donne", insiste la neo-premio Nobel di 82 anni, che dinanzi ai media di mezzo mondo convocati a stretto giro di posta nel “Salon Bleu” della casa editrice Gallimard, nel cuore della rive gauche parigina, ha parlato lungamente di letteratura (ringraziando, tra gli altri, l'editrice italiana residente da anni in Francia, Teresa Cremisi) e causa femminile.

A cominciare dall'interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) che è anche "una scelta di società, una scelta politica", ha spiegato la scrittrice, sottolineando che "proprio per questo motivo certi Paesi, come alcuni Stati Usa, vogliono mantenere la secolare dominazione sulle donne", limitando o vietando il diritto all'Ivg. Quindi l'affondo contro "l'estrema destra che - afferma Ernaux - nella storia non è mai stata favorevole alle donne". L'autrice cita, tra l'altro, l'Ungheria di Viktor Orban, ma anche l'Italia di Giorgia Meloni.

Quanto a “L'evento” "si è rivelato più che mai necessario. Non immaginavo, del resto, che 22 anni dopo, il diritto all'aborto venisse rimesso in discussione", ha deplorato, aggiungendo che all'epoca l'impatto del suo libro "fu molto fiacco". Ma il recente adattamento cinematografico (La scelta di Anne, 2021, diretto da Audrey Diwan) "è stato importante, perché le immagini sono certamente più violente del testo. Entrambi, libro e film, sono lì a tutela" di questo diritto.

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata