Ricorre oggi l'anniversario della riunificazione tedesca, dopo 28 anni di separazione forzata simboleggiata dal Muro. Una storia dolorosa e intricata che riporta alla Guerra Fredda e alla divisione del mondo nei due blocchi occidentale e sovietico.

Era l'estate del 1961 quando nella Berlino delle due Repubbliche Federale e Democratica iniziarono le manovre di costruzione di una barriera, nonostante solo due mesi prima il leader della Germania Est Walter Ulbricht avesse negato categoricamente l'intenzione di voler costruire un Muro divisorio.

Poi, la mattina del 13 agosto, i berlinesi si svegliarono in una città diversa, con una linea invalicabile che divideva strade e palazzi e soprattutto persone, unite fino al giorno prima dallo stesso retaggio storico, culturale e linguistico, e libere di transitare da una zona all'altra per motivi di lavoro e personali, nonostante la separazione della città in settori, controllati a ovest da francesi, inglesi e americani, e a est dai russi.

Quel flusso continuo, però, prendeva sempre più i contorni di una fuga, una vera e propria emoraggia demografica non più tollerabile dalle autorità sovietiche - circa 3 milioni di persone fuoriuscite tra il 1949 e il 1961 dalla Repubblica Democratica - e in tutta fretta e totale segretezza si prese la decisione di erigere un muro invalicabile, giustificandolo con ragioni difensive da un'invasione occidentale, mentre il mondo stava a guardare preoccupato e i berlinesi orientali venivano strappati da parenti, amici e vicini di casa senza poter reagire.

Quel Muro e la città di Berlino diventarono i simboli della guerra strisciante tra Occidente e URSS e il segno tangibile di una frattura tra due società, senza la minima possibilità di comunicazione o scambio, pena la fucilazione o l'arresto.

E dopo gli innumerevoli tentativi di fuga, lo strazio delle famiglie divise, la guerra di spie, le minacce tra superpotenze, il celebre discorso di John F. Kennedy e le pressioni del mondo occidentale, il Muro iniziò a scricchiolare solo quando il colosso sovietico ripiegò su se stesso, con Gorbaciov ormai incapace di usare il pugno di ferro dei suoi predecessori e il governo democratico tedesco ridotto a un fantoccio.

Il resto lo fecero i berlinesi, manifestazione dopo manifestazione, fino ad arrivare alla memorabile giornata del 9 novembre 1989, quando un'onda umana da Est e Ovest iniziò a riversarsi attorno al Muro, scavalcandolo e sgretolandolo a colpi di piccone davanti alle guardie ammutolite della Germania Est. Un anno dopo, il 3 ottobre del 1990, la DDR venne sciolta e i territori furono riannessi alla Repubblica Federale, sancendo la riunificazione tedesca.

(Redazione Online/b.m.)
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