Ha rischiato di essere costretto a far saltare lo spettacolo teatrale sul quale sta lavorando da un anno.

Il regista Karim Galici si è ritrovato, di colpo, senza una quindicina di persone, tra attori, scenografi e costumisti. Così "In the mosaic world" (questo il titolo dello spettacolo), in programma all'ex Manifattura il 21 e 22 dicembre, ha rischiato di saltare. Il regista ha dovuto fare salti mortali, modificando il copione, per sostituire gli assenti.

Che cosa è accaduto? Tutta colpa del "Decreto sicurezza": i protagonisti dello spettacolo erano tutti giovani migranti che richiedevano asilo. Il provvedimento voluto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini ha cambiato radicalmente la situazione: non solo non esiste più la protezione internazionale ma è cambiato anche l'atteggiamento della commissione esaminatrice.

"In passato - racconta Galici - la maggior parte delle domande presentate da questi ragazzi, quasi tutti ex minori non accompagnati, veniva accolta. Nell'ultima riunione sono state respinte dieci domande su undici". E i giovani, sapendo di essere destinati a diventare "invisibili" (e, soprattutto, irregolari), sono fuggiti: nessuno sa dove siano andati a finire.

Probabilmente si sono diretti verso la Penisola per raggiungere le città più grandi dove possono contare sull'aiuto di comunità di connazionali più ampie di quella cagliaritana. E dove riescono a nascondersi meglio.

"Un vero peccato - sospira Galici - perché stavamo facendo uno splendido percorso di integrazione: alcuni dei ragazzi che hanno partecipato ai progetti precedenti, proprio grazie a questi, sono riusciti a continuare a studiare e hanno trovato lavoro. Questi, non avendo più un futuro davanti, diventeranno invisibili".

Non potranno, certo, essere rispediti a casa perché l'espulsione può avvenire solo con paesi che hanno firmato un trattato sul tema con l'Italia. Solo che sono appena quattro i paesi che hanno sottoscritto questo tipo di accordo. Dunque, questi giovani rischiano di diventare manovalanza a basso costo per la criminalità. Ma, intanto, lo spettacolo si farà.

Che cosa è? "I quattro continenti che partecipano più attivamente ai flussi migratori - spiega Galici - diventeranno quattro performance esperienziali e multimediali in cui il pubblico si troverà a vivere le diverse culture con le loro differenze e le loro contaminazioni. Gli spettatori attraverseranno vie e piazze per arrivare nei luoghi di spettacolo (spazi dismessi o non convenzionali) come se fossero realmente in viaggio. Lo faranno 'attrezzati' di ombrello, ognuno di un colore diverso, per proteggersi, distinguersi e colorare la "città" come un grande mosaico in movimento. Si sposteranno seguendo delle guide - totalmente mescolate tra di loro - a passo di danza con rallentamenti, accelerazioni, imprevisti, apparizioni e sorprese".

Marcello Cocco
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