La Sardegna resta a bocca asciutta. Nessuna nuova stella brilla nel firmamento gastronomico dell’Isola. Trentasei sono state in totale le stelle assegnate oggi dalla Guida Michelin per il 2025 nella scenografia del Teatro Comunale Pavarotti-Freni con Giorgia Surina nel ruolo di presentatrice: una novità tre Stelle, che porta i ristoranti tre stelle della penisola a quota 14, 2 nuovi ristoranti due Stelle e 33 ristoranti con una Stella Michelin. In totale, oggi la selezione di ristoranti della Guida Michelin Italia comprende 393 ristoranti Stellati, due in meno rispetto allo scorso anno.

Nessuna stella però è arrivata ai ristoranti sardi, orfani ora anche della chiusura del Dal Corsaro di Stefano Deidda a Cagliari e di Somu a Baja Sardinia di Salvatore Camedda. Resta una costellazione in formazione da quattro, con “Fradis Minoris” di Pula (Francesco Stara), “ ConFusion” di Porto Cervo (Italo Bassi), “Il Fuoco Sacro” di San Pantaleo (Luigi Bergeretto) e “Gusto by Sadler” di San Teodoro (Claudio Sadler), che mantengono la stella stretta al petto e appuntata sulla giacca. Unica menzione ‘per la Sardegna il premio Michelin service Award, andato a Vanessa Melis, di origini sarde, del Pascucci al Porticciolo di Fiumicino.

La delusione è stata tanta: in molti negli scorsi giorni hanno provato a fare l’elenco dei possibili papabili per la Rossa e qualcuno ha sperato in qualche nuovo ingresso, da Cagliari ad Alghero, passando per la Costa Smeralda. Quest’anno però gli ispettori hanno tradito le aspettative, scegliendo di non premiare nessuna nuova insegna. I criteri per l’assegnazione sono sempre gli stessi, nonostante ci sia sempre molto mistero sulla Guida. Qualità dei prodotti, tecnica di cottura, personalità dello chef, equilibrio dei sapori e costanza nella preparazione: sono questi i dettagli che fanno la differenza e permettono ai ristoranti di ottenere i prestigiosi “macaron”, come vengono chiamate le stelle dagli addetti al settore. Stelle che per questo 2025 hanno un peso maggiore, visto che la guida festeggia oggi un traguardo importante, quello dei 70 anni di presenza in Italia.

Sono in molti a pensare che l’ingresso nella Rossa sia una questione di mera vanità, ma la realtà dei fatti è che questa ha anche un suo peso economico. Secondo uno studio recente sul cosiddetto “Taste Tourism” realizzato dalla Jfc di Massimo Feruzzi qualche settimana fa, i ristoranti stellati italiani hanno ospitato circa 2,4 milioni di clienti nel 2023, generando un impatto diretto sull’occupazione pari a 6.546 lavoratori e un impatto economico sul territorio stimato in 438 milioni di euro nel 2023, con una proiezione di 498 milioni per il 2024 (per l’Isola pari a 5.112.269,56 €). Impatto che include le spese degli ospiti per alloggio, commercio e servizi locali, con un valore indiretto medio per ristorante di circa 805.000€ per una stella, 2,4 milioni per due stelle e 6,5 milioni per tre stelle. Insomma la presenza di ristoranti stellati accresce notevolmente il valore del brand della destinazione, attirando turisti sia nazionali che internazionali. Il valore è proporzionale al numero di stelle e alla fama dello chef. D’altronde per un ristorante 3 stelle la definizione è che “vale il viaggio”, cosa che va a generare un valore di economia circolare ben oltre i guadagni della semplice attività. Un treno perso quest’anno per la Sardegna che spinge però a guardare oltre, per puntare maggiormente sul settore e sperare per il 2026.

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