Fobie, l'ossessione dei sardi sul web
Tra le ricerche che hanno segnato un'impennata in questo campo c'è la cinofobia, il terrore dei caniI più paurosi d'Italia. O, almeno, quelli che vogliono saperne di più. In base agli ultimi aggiornamenti dei Google trend la Sardegna è in cima alla classifica nazionale nella ricerca della parola "fobia" con due picchi registrati ad aprile e a giugno del 2019.
Tra le ricerche che hanno segnato un'impennata in questo campo (ma questa volta il dato è riferito a tutta Italia) c'è la cinofobia, il terrore dei cani. A guardare il grafico che indica l'evoluzione della tendenza nel tempo, nell'Isola l'interesse per l'argomento "fobia" dal 2019 a oggi si è tuttavia ridotto, anche se di poco. A marzo dello scorso anno l'indice che esprime la frequenza su base percentuale era di 76 mentre l'ultimo dato disponibile è di 65 su 100. Cosa sono Irrazionali per definizione, tanto da rendere vano qualunque tentativo di spiegare a chi ne soffre che non c'è (quasi mai) una ragione fondata per avere paura. Inutile, per esempio, parlare per ore di quanto siano intelligenti e divertenti i mici di casa a un ailurofobico. Non vi ascolterà neppure e, al contrario, si farà prendere da una sensazione di inquietudine sempre più forte, perderà il filo del discorso e comincerà a guardarsi intorno, alla ricerca disperata di un gatto che di certo sta per saltargli alle spalle.
Andando con ordine. La fobia (dal greco f?ß??, phóbos) è più di una paura, è un panico difficile da gestire che può avere radici profonde e sconosciute ai più.
L'elenco sarebbe infinito e per questo spesso si tende a dividerle in gruppi. Tra quelle più comuni ci sono le fobie legate al mondo animale, in questo caso si parla di zoofobie. Tra le più frequenti c'è la cinofobia l'unica di questa categoria a comparire tra le prime 40 paure degli italiani nel 2019. Presentissime - in ordine sparso - l'entomofobia (paura degli insetti), l'ofidiofobia (paura dei serpenti), l'ornitofobia (paura dei volatili). E ancora, l'ailurofobia o elurofobia: ovvero la già citata paura irrazionale e persistente dei gatti, anche quelli domestici, anche quelli buonissimi. Trattandosi di un animale molto diffuso, l'ailurofobia può costituire un grosso ostacolo alla vita di tutti i giorni poiché, a seconda dei casi, anche una passeggiata in centro può divenire un'impresa impossibile. Molto diffusa l'aracnofobia (paura dei ragni) e quella delle farfalle (papiliofobia). Stando così le cose non deve stupire che lo stesso Sigmund Freud nel riferirsi alle fobie citò un esempio di zoofobia e riferì del piccolo Hans, un bimbo di cinque anni che aveva paura di essere morso dai cavalli. Hans era figlio di uno dei primi allievi di Freud, Max Graf, che nel percorso di analisi si occupò di fare le domande al bimbo e annotare le risposte per poi consegnarle al maestro. Venne fuori che Hans era stato testimone di un incidente in cui un cavallo che trasportava un grosso carico era caduto a terra. Da allora sviluppò la grave forma di fobia e molti disagi: aveva paura che i cavalli potessero cadere ed era turbato dal modo in cui i carrettieri li incitavano. La paura divenne tanto forte che il piccolo non voleva più uscire di casa. Non sempre tuttavia è possibile individuare l'origine del problema e una percentuale molto alta di persone deve accontentarsi di imparare a gestire le situazioni difficili della vita di tutti i giorni. Forse anche per questa ragione si registra un'intensa ricerca di spiegazioni attraverso il web. Di certo l'analisi di questo fenomeno è al centro anche delle statistiche degli esperti. Una delle più recenti disponibili online è quella firmata dal sito italiani.coop che intrecciando i trend di Google ha valutato le preoccupazioni degli italiani in base alla distribuzione geografica degli utenti. "Spalmando le ricerche sulle 20 regioni italiane, emerge che al Nord si è più focalizzati sulla paura e al Sud più sulla gioia. La regione più felice nelle ricerche (query gioia più googlata) è la Calabria. Le più paurose? Sardegna, Liguria, Piemonte e Toscana. Alla Valle d'Aosta vanno, invece, sorpresa e rabbia che sono però ricerche residuali (10% vs 50% circa delle altre parole)", si legge sul sito italiani.coop.