Due famiglie unite da molteplici legami: parentali, intellettuali e politici. E dalle vacanze in un paese del Nuorese. Vacanze tranquille per recuperare energie nella Sardegna più vera e autentica. Pietro Picciau, scrittore e giornalista che si è occupato di cronaca, cultura e sport all’Unione Sarda, nel libro “Quelle estati a Teti. Storie e ricordi delle famiglie Siglienti e Berlinguer” (Arkadia edizioni) rievoca le ferie estive di due nuclei familiari che hanno lasciato un segno profondo nella storia italiana. “Parliamo – afferma Picciau - di importanti famiglie, parte attiva della borghesia sassarese fin dalla seconda metà dell'Ottocento, che hanno avuto modo, per vicende imposte loro dal destino, di essere protagonisti di primissimo piano nel Paese per buona parte del Novecento”.

Come si spiega la scelta di Teti?

 “Per ragioni affettive e pratiche. Il paese rappresentava il luogo ideale per trascorrere in collina, all'aria aperta, le vacanze estive, che venivano completate con i bagni e le tintarelle a Stintino”.

Le famiglie Berlinguer e Siglienti (foto Rais)
Le famiglie Berlinguer e Siglienti (foto Rais)
Le famiglie Berlinguer e Siglienti (foto Rais)

In quali anni?

“I Siglienti e i Berlinguer incrociano i loro destini in modo stretto a partire dagli anni Venti del Novecento, quando a Teti vanno a vivere Mauro Murgia, discendente di un'antica famiglia tetiese, e la sassarese Maria Siglienti. Maria è sorella di Stefano, noto Fanuccio, che poi sposa Ines Berlinguer, sorella dell'avvocato, e poi il senatore Mario, padre di Enrico, futuro segretario del Partito comunista italiano”.  

Quante estati a Teti?

“Tante, scandite dalle esigenze professionali e familiari. I Berlinguer e i Siglienti avevano interessi professionali e politici di rilievo e, quando potevano, da Sassari o Roma, dove Ines e Fanuccio si erano trasferiti per lavoro, raggiungevano Maria e Mauro a Teti”.

Quali mete e diversivi?

“Teti offriva le tipiche occasioni di svago di un piccolo paese: sagre, passeggiate tra i graniti, le fonti d'acqua e i boschi lungo il Taloro”.

Come si svolge la giornata di Enrico Berlinguer?

 “Tra svago - giocava bene a poker -  buon cibo e letture, come chi, ad agosto, stacca la spina dal lavoro. Ma se un tratto possiamo attribuire a Enrico Berlinguer in vacanza a Teti, è quello della discrezione. C'è chi lo ricorda sorridente, in ciabatte in piazza, con un libro di Hegel e l'Unità sottobraccio”.

Dove alloggia la famiglia Berlinguer?

“A Casa Murgia, da anni tappa di Monumenti aperti. Conserva ancora i dipinti e gli affreschi di un tempo”.

Un episodio curioso legato a quelle estati?

“Nell'agosto del 1964 il segretario del Pci, Palmiro Togliatti, muore a Yalta, in Crimea. Bisogna informare Enrico Berlinguer, considerato suo erede politico. Dopo tanto, lo trovano a casa Murgia, a Teti, in ciabatte e canottiera. ‘Enrico, è morto Togliatti!’. Il futuro segretario del Pci informa il fratello Giovanni, saluta la moglie Letizia e i figli piccoli, e in auto va a Tonara per fare i biglietti per Roma”.

Il rapporto con il cugino Sergio Siglienti, figlio di Stefano Siglienti e Ines Berlinguer.

“Ines è stata una madre per Enrico, rimasto presto orfano, e con Sergio ha conservato negli anni un legame d'affetto fraterno”.

Che cosa resta del pensiero e dell'azione politica di Enrico Berlinguer a cento anni dalla nascita?

“L'alto rigore morale di un uomo onesto”.

Pietro Picciau (foto Rais)
Pietro Picciau (foto Rais)
Pietro Picciau (foto Rais)

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