Sino a oggi la prima descrizione a stampa di Cagliari era stata attribuita al giurista cagliaritano Sigismondo Arquer che la compilò nel 1550.

Gli studi, condotti dal Dipartimento di Storia e Beni culturali dell'università del capoluogo sardo, hanno appena scoperto un testo, prezioso documento per ricostruire la storia economica e sociale della città, che precede quella fonte di circa 30 anni.

La descrizione venne inserita dal nobile aragonese Pedro Manuel de Urrea (1485-1524) nell'opera, edita a Burgos (Spagna) nel 1523, intitolata "Peregrinación de las tres casas sanctas de Jerusalem, Roma y Santiago", resoconto del pellegrinaggio nei tre luoghi santi.

La scoperta del documento è merito di Giuseppe Seche. Dottore di ricerca alle università di Salamanca e Cagliari, dov'è borsista in Storia medievale, lo studioso ha fatto la scoperta durante un lavoro d'indagine sulle biblioteche private della Sardegna, in particolare su quella - perduta ma ricostruita attraverso l'inventario post mortem (11 agosto 1563) - che fu del nobile cagliaritano Salvador Aymerich.

Nella relazione di viaggio dell'Urrea (l'unico esemplare del volume è oggi custodito alla biblioteca di Grenoble) Cagliari è descritta come porto vivace e trafficato.

Divisa in tre quartieri (Castello, Stampace e Villanova) e caratterizzata da un clima malsano, è ricordata dal nobile aragonese, che non cita il rione di Marina o Lapola, per il santuario dedicato alla Madonna di Bonaria e per la devozione che le è riconosciuta.

La relazione, pur sintetica, fornisce anche informazioni preziose sulla consistenza demografica della Cagliari cinquecentesca: seconda città dell'Isola dopo Sassari, nel 1517 (data del pellegrinaggio dell'Urrea) doveva avere circa 6mila abitanti, 1600 dei quali residenti a Castello.
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