Avete mai sentito parlare del mahafaly, del ku’ahl o del kalaallisut? Sono solo 3 delle 52 lingue che verranno rappresentate nell’8ª edizione del Babel Film Festival. Diritti, cultura e identità al primo posto in questo evento che rappresenta un punto di riferimento in tutto il mondo per il cinema delle minoranze linguistiche.

 Il Teatro Massimo, il Greenwich d’essai e il palazzo Doglio di Cagliari saranno, dal 2 al 7 ottobre, la sede di un concorso cinematografico internazionale che «rappresenta, ad oggi, l’unico dedicato alle produzioni audiovisive parlate negli idiomi minoritari di tutto il mondo», ha precisato Antonello Zanda, leader della Cineteca Sarda, organizzatore insieme a Tore Cubeddu e Paolo Carboni.

Ottantadue pellicole e 13 premi in palio in quella che sarà l’edizione più ricca in assoluto. Grazie alla rete di sinergie instaurate con altre istituzioni, il festival sarà  accompagnato da tanti appuntamenti collaterali. Oltre alle proiezioni quotidiane dei film in concorso e fuori concorso, nella settimana del festival si terranno la Conferenza regionale sulla Lingua sarda (mercoledì 4 ottobre, in collaborazione con la Regione), la Conferenza nazionale sulle lingue minoritarie nel servizio pubblico della Rai (giovedì 5 ottobre, in collaborazione con Rai Sardegna), l’Assemblea generale di Elen, European Language Equality Network (sabato 7 ottobre). La sera spazio alla grande musica, con i concerti e gli artisti del cartellone promosso con la collaborazione di Jazz in Sardegna e S’Ardmusic.

«Il Massimo può considerarsi casa di tutte forme culturali della città, ed era destino - ha commentato Massimo Palmas - che due festival dalla spiccata vocazione internazionale come Babel e Jazz in Sardegna dovessero prima o poi incontrarsi: pur con linguaggi diversi, entrambi hanno infatti da sempre rivolto il loro sguardo al resto del mondo, cercando di mettere a confronto culture diverse e costruire ponti».

Le prime assolute e le opere inedite sono state selezionate dopo un accurato lavoro di scrematura: «Abbiamo ricevuto oltre 2200 richieste si partecipazione», specifica Zanda. Un’ importante novità dell’edizione 2023 del Babel è l’adesione alla rete di Elen, la più grande Ong che dal 2011 si occupa a livello internazionale di diritti linguistici e ha come obiettivo la valorizzazione e la tutela delle lingue europee meno diffuse. Comprensiva di 174 organizzazioni che rappresentano 50 lingue in 25 Stati europei, invierà a Cagliari, in occasione del festival, 70 delegati per discutere del futuro delle minoranze. 

Altro appuntamento rilevante sarà il Convegno “Rai e limbas de minoria” (Rai e lingue minoritarie), organizzato da Rai Sardegna. Una prima parte sarà  di carattere istituzionale, dedicata proprio all’impegno della Rai nei confronti delle minoranze linguistiche del nostro Paese, la seconda, dal titolo “Dove va la lingua sarda?”, più tecnica, con interventi, tra gli altri, di studiosi delle Università di Cagliari, Sassari e Siena.

«Sono 225 le lingue parlate in Europa, ma noi in Sardegna non siamo da meno. Rispettare una lingua vuol dire cercare di preservarla e mantenerla. Ed in questo senso non possiamo che ammettere che in Sardegna si è persa una generazione, per questo bisogna lavorare sui giovani», commenta Carmen Botti, direttrice di Rai Sardegna. 

In un contesto cinematografico mondiale in cui le grandi produzioni promuovono sempre di più lingue omologate e universali, che appiattiscono, in un certo senso, l’espressione umana, questo festival vuole proporre una alternativa rilevante. La lingua minoritaria è una lingua che vive della sua diversità ed è proprio la vivacità linguistica che arricchisce l’autore di cinema, influisce sulla sua creatività e ha conseguenze nella definizione della sua opera.

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