Importante appuntamento domani notte alle 21 all'auditorium comunale di Ghilarza quando sul palco salirà l'autore e scrittore Moni Ovadia.

Al pubblico del Guilcier, grazie all'iniziativa messa in campo dall'Associazione per Antonio Gramsci, proporrà il suo recital/monologo dal titolo "Carta Bianca".

Si parlerà dunque ancora una volta di diseguaglianze sociali, di umanesimo e della dignità umana. L'Associazione per Antonio Gramsci ha infatti scelto di dedicare questo nuovo anno di attività al tema dei muri: "I muri in dissoluzione, come quello di Berlino e i muri in costruzione, come a Gerusalemme; i muri di pietra, i muri di sabbia, i muri di gomma, i muri di menzogna, i muri di odio che separano i popoli l'uno dall'altro", precisano.

A Ghilarza Moni Ovadia intratterrà il pubblico con riflessioni, letture e storie ispirate al suo vasto repertorio. Filo conduttore dello spettacolo, nel quale Ovadia andrà a braccio, la riflessione sulla società contemporanea che, negli ultimi quattro decenni, si è sviluppata espropriando la vita di ogni senso.

Nessun copione da seguire o scaletta da rispettare: "Abbiamo bisogno di costruire un sogno, di creare nuovi orizzonti", spiega Moni Ovadia, "di intessere relazioni umane di valore, l'unico vero lusso che abbiamo a disposizione in questa vita".

"Si parte dalla Carta Bianca", afferma l'autore parlando del suo monologo, "per restituire un senso alla realtà. Le religioni monoteistiche hanno sancito la sacralità della vita e l'inviolabilità della dignità umana, ma tutto questo è andato perduto per mezzo di un sistema capitalistico selvaggio. Un sistema che limita la vita al solo atto di produrre e consumare, anzi a consumare ancora prima di produrre per poi chiederci di andare via il prima possibile in silenzio, senza dare neanche troppo disturbo".

Libero quindi di spaziare tra i tanti temi, cari a Moni Ovadia, che da anni porta in scena sui palcoscenici italiani. Si parlerà di dignità umana, ma anche di libertà, del dramma del precariato. Uno spettacolo che si pone volutamente in controtendenza rispetto ad una televisione che "vende merce umana alla pubblicità: prima si disgrega il pubblico e poi lo si vende ai privati per quattro soldi".

Moni Ovadia nasce in Bulgaria da una famiglia ebraico-sefardita. "È interprete di musica etnica e popolare di vari paesi, uno dei più prestigiosi e popolari uomini di cultura della scena italiana. Il suo teatro ha contribuito a fare conoscere la cultura Yiddish attraverso una lettura contemporanea, unica nel suo genere in Italia ed in Europa. Pilastri della sua formazione sono, appunto, la cultura ebraica e il marxismo", spiegano dall'Associazione per Antonio Gramsci.

Moni Ovadia è anche noto per il suo costante impegno politico e civile a sostegno dei diritti e della pace. Tanti i punti di contatto del suo pensiero con quello gramsciano, che restituirà al pubblico nel suo monologo. L'ingresso allo spettacolo è gratuito.
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