Un futuro non troppo lontano, una immaginaria città retta da un governo autoritario salito al potere dopo che una guerra ha sostituito l’ordine con il caos.

Un giovane uomo, trentatré anni la sua età, Jesus N il suo nome. È in carcere da tempo per aver pronunciato parole che infrangono le regole del governo e non si sa più nulla di lui. Sua madre, Maria, non lo ha dimenticato, né abbandonato. Si aggira per la città cercando notizie, ripetendo sempre le stesse domande anche se non ottiene risposte. Teme che il destino del figlio sia segnato, che per lui ci sia solo una moderna Passione, il calvario e poi la morte, ma è instancabile nella sua ricerca.

Intanto l’operatrice H478 la osserva seguendola con un drone, passo dopo passo. Non riesce a rimanere distaccata. Anzi, giorno dopo giorno il coraggio di questa madre, il suo amore sconfinato smuovono qualcosa nell’animo di una giovane fino a quel momento totalmente fedele al governo e alle sue direttive. E la Passione di Jesus, il suo sacrificio acquistano un significato inaspettato, quello di una testimonianza sul valore che la vita può avere se si è fedeli ai propri ideali.

Questo e molto altro ancora è il messaggio che attraversa Di ferro e d’acciaio (NN Editore, 2018, Euro 14,00, pp. 192) della scrittrice Laura Pariani, romanzo dominato dal tema della Passione in tutte le sue diverse declinazioni: tormento, sofferenza, dolore, ma anche sentimento, partecipazione, slancio, desiderio e, soprattutto, amore.

"Passione è soprattutto il contrario dell’indifferenza – racconta a L'Unione Sarda l’autrice del libro –. Nel mondo raccontato nel mio romanzo tutti girano la testa altrove, sembrano volere dire “io non centro”. Però c’è chi si appassiona alle vicende di Maria e di Jesus, come la sorvegliante. E questo la cambia".

La passione smuove gli animi?

"Rende vivi, la passione, mentre l’impassibilità non porta lontano e l’indifferenza porta guai. Ad aggravare le cose nel mondo che descrivo c’è anche il fatto che non si è preservata la memoria di quello che è accaduto nel passato e questo è foriero di altri disastri".

Nella sua Passione prossima e ventura dominano i personaggi femminili. Come mai questa scelta precisa?

"Volevo raccontare figure femminili, nelle loro tante sfaccettature. Nel mio libro c’è Maria, la sorvegliante, il gruppo delle pie donne che seguono il messaggio di Jesus ma ci sono anche le donne vicine alla dittatura. Volevo raccontare la complessità del mondo femminile, dove alcune sono indifferenti mentre altre riescono a provare compassione".

Cos’è per lei la compassione e perché è tanto importante?

"È la capacità di condividere qualcosa con gli altri. La sorvegliante all’inizio del libro è una spia inquadrata, orgogliosa del suo lavoro. Però è una persona intelligente, si pone domande ed entrare nella vita di Maria e Jesus la porta a porsi ulteriori quesiti. Grazie alle parole e ai gesti che osserva fa esperienza di cosa significhi essere sorvegliati, controllati, sospettati. Potrebbe continuare il suo lavoro, alzare una barriera di indifferenza. Si rende conto che stava meglio quando non conosceva quanta sofferenza c’è attorno a lei, ma non chiude gli occhi e si immedesima negli altri. Così nasce la compassione e questo condividere la trasforma in una persona migliore".

Anche nella “sua” Passione c’è una speranza di resurrezione?

"La Passione racchiude in sé la resurrezione. Il messaggio che però mi è piaciuto dare è che chi lotta per un ideale, chi vive la propria vita rimanendo fedele a determinati principi, chi affronta le esperienze con cuore non impassibile può anche sembrare uno sconfitto ma non lo è. E non ha vissuto inutilmente".

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