Mohamed Chidid Gayè, 19 anni, originario della Costa d'Avorio, la sua storia la racconta con i libri. Ne ha già scritto due. Ha attraversato il Mediterraneo prima a bordo di un barcone, poi in una nave di soccorso sino a Cagliari.

In Sardegna gioca a pallone e lavora come mediatore culturale e linguistico. Si trova benissimo, ma ha un grande, grandissimo sogno: "Rivedere mia mamma e le mie sorelle rimaste in Africa".

Queste avventure-disavventure, Gayè le ha raccontate nel suo primo libro in italiano. "In Costa d'Avorio ho incontrato un procuratore, mi ha promesso di portarmi a giocare a calcio in Francia o comunque in Europa. Mi ha abbandonato in Tunisia, sono finito in Libia dove sono stato sequestrato. Per pagare il riscatto e non far sapere nulla ai miei familiari, mi sono rivolto ad un amico francese. Pagata la somma, mille euro per me e un amico, questi 'militari' ci hanno portato sulla costa e caricati su un barcone di dodici metri. Eravamo 135. Avvistati nel mezzo del mar Mediterraneo, siamo approdati a Cagliari dopo essere stati trasferiti nella nave di soccorso Medici senza frontiere".

Mohamed Chidid Gayè (foto L'Unione Sarda - Serreli)
Mohamed Chidid Gayè (foto L'Unione Sarda - Serreli)
Mohamed Chidid Gayè (foto L'Unione Sarda - Serreli)

In Sardegna Gayè, scrittore-calciatore di belle speranze, si è trovato benissimo. Prima tappa ad Assemini, nella comunità gestita dalla Cooperativa Promozione. "Qui ho incontrato delle persone che mi hanno aiutato tantissimo. In particolare Angelo Sanna ed Eliana Pischedda".

Oggi il ragazzo ivoriano, alto un metro e 93 centimetri, centrocampista, fa il mediatore culturale: alloggia nel centro di accoglienza il "Sicomoro" a Cagliari. E trova anche il tempo di allenarsi e giocare a pallone. Nell'ultima stagione ha vestito la maglia del Castiadas juniores.

Il suo primo libro lo ha chiamato "Viaggio per rinascere". Ora si ripete. Nella precedente pubblicazione aveva raccontato la storia del suo arrivo in Sardegna, con un barcone di 12 metri, il 26 maggio 2016, preceduto da un sequestro e false promesse. Ora la pubblicazione di un nuovo libro, "La vita è anche poesia".

"L'idea di pubblicare questa piccola raccolta di pensieri e poesie nasce dalla volontà di dare un mio contributo per sostenere le attività della comunità per i bambini albini di (associazione Les petites gouttes)", dice Gayè. "Così, non avendo la possibilità di poterlo fare con le mie limitate disponibilità economiche ho deciso di offrire, a chi la vorrà accogliere, una parte di me, raccontando di me e della mia visione del mondo, attraverso una raccolta di poesie e pensieri. Nasce così 'La vita è anche poesia', la cui distribuzione gratuita servirà a raccogliere offerte a sostegno della comunità per i bambini albini. Spero che la mia visione di un mondo in cui ognuno, a seconda delle proprie possibilità, aiuti il prossimo riesca a coinvolgere e contagiare anche tante altre persone a partecipare attivamente ad aiutare chi è in difficoltà. I miei libri si propongono di mandare un messaggio di amore e speranza a tutte le persone".

Gayè parla tre lingue e sette dialetti. Dopo aver frequentato una scuola per mediatore culturale, ha partecipato ad uno stage in tribunale. Ha ripreso anche a giocare a calcio con la maglia del Castiadas. Qui ha trovato quasi una famiglia. La società, l'allenatore Zunnui, i compagni di squadra lo hanno adottato. Probabilmente cambierà squadra per stare più vicino a Cagliari.
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