La settima edizione del Festival culturale  “Licanias” di Neoneli vuole conquistare  ancora tutti e vincere la sua scommessa.

«Per un paese di 650 abitanti – evidenzia il sindaco Salvatore Cau – senza ristoranti o alberghi, è fondamentale organizzare un evento  che esca dai propri confini per diventare un evento territoriale. Per questo abbiamo coinvolto biblioteche, scuole e librerie non solo del Barigadu per una serie di attività che vanno oltre i quattro giorni di Licanìas».

La manifestazione,  in calendario dal 22 al 25 giugno, conferma l’obiettivo  di “fare cultura” come base per la crescita del paese, puntando al coinvolgimento della consulta giovanile come segnale incoraggiante per il futuro.

Sfida raccolta dal nuovo direttore artistico Giuseppe Culicchia, tra più apprezzati scrittori italiani che presenta il tema conduttore della rassegna: Muri.

«È un tema di grande attualità – afferma - che fotografa molto bene il nostro tempo. Se la caduta del Muro di Berlino ha rappresentato l’inizio di una fase di pacificazione, dialogo e apertura, gli anni che viviamo ci raccontano l’erigersi di nuovi muri, nuovi conflitti, nuove barriere. Ci sono poi i muri – aggiunge -  che non vediamo, quelli sociali, eredità di una pandemia che ci ha privati del contatto e della condivisione; e i muri generazionali, in un Paese in cui è sempre più ampio il divario tra chi è tutelato dai diritti conquistati nel tempo, e chi quei diritti se li è visti azzerare, grazie alla chimera di un precariato rivenduto come forma di libertà che invece impedisce ai più di immaginarsi, costruirsi un futuro».

Culicchia ha anticipato la presenza fra gli ospiti di Silvia Ballestra, Gino Castaldo, Ritanna Armeni, Eraldo Affinati, Mario Tozzi, Tommaso Pincio, Nadia Terranova.

 Sul  tema del festival anche la mostra  “Il muro degli angeli” curata da Anna Rita Punzo, che sarà inaugurata nel giorno di apertura.

«Il muro degli angeli – ha sottolineato – è il nome dato da Alda Merini alle pareti della stanza da letto nella sua casa sui Navigli. Il ricordo di quegli ambienti e del sorriso della poetessa riemergono dalle fotografie dell’artista sarda Giusi Calia, che ebbe modo di conoscerla e di ritrarla.  Da qui l’idea di realizzare un doppio racconto, che allarga lo sguardo a coloro che vennero confinati dentro i muri degli ospedali psichiatrici e a chi, come Alda Merini, è sopravvissuta a quella forma di detenzione. Autori e interpreti di questo progetto – spiega Punzo -  saranno due protagonisti dell’arte contemporanea sarda: Giusi Calia, appunto, e Ruben Mureddu, già protagonista di un progetto artistico nei locali dell’ex ospedale psichiatrico di Rizzeddu, a Sassari. Un’esperienza che ha portato alla realizzazione di 30 opere pittoriche che saranno visitabili a Neoneli».

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