Il gallurese lingua viva più che mai si declina a simbolo dell’identità di un territorio.

Concluso il lavoro di standardizzazione ortografica che il gruppo  composto da Quintino Mossa, Piero Canu, Emilio Aresu, Andrea Columbano, Anna Maria Giagheddu, PieroOttavio Fattaccio e Gian Carlo Tusceri, ha svolto in collaborazione con la Consulta intercomunale Gallura e l’Istituto delle civiltà del mare (ICIMAR) al fine di costruire un vocabolario condiviso. Uno studio corposo, finanziato da un bando regionale, che ha portato anche a qualche novità nella trascrizione dalla lingua parlata alla scritta.

Come ha spiegato il giornalista e studioso Piero Bardanzellu in occasione del primo incontro di divulgazione al pubblico, tenutosi ad Olbia.

“Intanto ringraziamo la Regione per aver accolto favorevolmente la bozza del progetto – ha detto -  Dopo la prefazione c’è una prima parte in cui si parla di cenni storico-linguistici e una seconda riferita all’ortografia e agli elementi grammaticali; noi abbiamo aggiunto anche una bibliografia essenziale. Tra le novità introdotte i sistemi consonantici CC o GG  che non saranno più seguiti da H ma solo dalla J mentre scrivere  DDH sarà ancora valido”.

 L’analisi della commissione ha preso in considerazione tutte le varianti,  come il castellano di Castelsardo e zone limitrofe e l’isulano di La Maddalena, e aggiunto  l’aggese perché ritenuto linguaggio cerniera tra l’area gallurese classica e l’area gallurese vasta. Un lungo e complesso percorso che ora verrà presentato in tutti i territori al fine di accogliere da parte di cittadini, scrittori, studiosi o semplici appassionati, osservazioni e pareri prima della consegna definitiva e la pubblicazione.

Ad Olbia, comune capofila del progetto, la presentazione nell’aula magna del museo Archeologico si è tradotta in un  vivace scambio di opinioni tra scrittori, studiosi e poeti che hanno portato contributi  e osservazioni. Il mini tour della commissione nei territori proseguirà fino a febbraio; dopo l’ufficializzazione della Regione  il progetto verrà dato alle stampe e distribuito tra enti e scuole. Durante l’incontro, lo studioso Giacomo Mannoni, membro dell’Icimar, ha voluto ripercorrere anche la storia degli studi sul gallurese.  

“Nella riuscita del lavoro  siamo stati avvantaggiati dall’esperienza precedente che ci aveva coinvolto, dal 1997 presso l’Associazione Culturale Dialettale,  una ventina di scrittori, autori e persone di cultura, tra cui  Tomaso Panu, Giulio Cossu, Salvatore Brandanu, a decidere che si dovesse adottare un unico sistema. Dell’attuale commissione in veste di cattedratico – ha, poi, ricordato -  faceva parte anche il professor Fiorenzo Toso, Ordinario di Linguistica presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università di Sassari, che purtroppo, scomparso a settembre, non ha potuto vedere il frutto del suo lavoro”. Soddisfazione dell’amministrazione comunale, che da anni porta avanti progetti a tutela del plurilinguismo e visite guidate in gallurese.

 “Vogliamo far sì che il gallurese venga sempre più tutelato  – ha detto l’assessora alla cultura Sabrina Serra, introducendo i lavori -  Olbia è una città cosmopolita e multiculturale, diamo la possibilità di poter comprendere e imparare anche la nostra lingua”.

A fianco della cittadina capofila, Unione dei Comuni riviera di Gallura, Comunità montana Monte Acuto, Comune di Castelsardo, Unione dei comuni Gallura e Unione dei comuni alta Gallura.

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