Nilla Pizzi e Domenico Modugno, Annamaria Gambineri e Delia Scala, Antonello Falqui e Garinei & Giovannini, Paolo Panelli e Nino Manfredi. Tutti insieme sullo stesso palcoscenico. Cagliari, Teatro Massimo, 6 gennaio 1960. Sessant'anni fa. Per la prima volta la Rai trasmette in diretta dalla Sardegna - sei anni dopo il debutto ufficiale della televisione italiana - per inaugurare il canale di ritorno tra isola e penisola.

Canzonissima è la trasmissione di punta alla quale è legata la lotteria di Capodanno. La notizia viene pubblicata su L'Unione Sarda del 4 gennaio al centro della pagina due. Il titolo è su quattro colonne: Sono giunti in volo i protagonisti di Canzonissima. Occhiello: In attesa dello spettacolo di mercoledì sera. Catenaccio: Con la cantante Nilla Pizzi e gli altri interpreti il complesso artistico annovera centoottanta elementi. Delia Scala vittima di un leggero infortunio durante le prove del ballo che verrà eseguito sul palcoscenico del Massimo. La manifestazione verrà trasmessa sugli schermi della penisola in collegamento diretto. A corredo dell'articolo c'è una foto di Nilla Pizzi.

L'anonimo autore del pezzo sottolinea che l'aereo degli artisti, un Metropolitan della Convair, "è arrivato a Cagliari con un'ora di ritardo. A bordo c'erano gli autori Sandro Giovannini e Pietro Garinei, il regista Falqui, Nilla Pizzi e Nicola Arigliano, Achille Togliani, Joe Sentieri, Miranda Martino e Delia Scala. Quest'ultima aveva una caviglia fasciata essendosi infortunata durante le prove di un ballo sardo di moderna interpretazione. I presentatori Panelli e Manfredi, il cantante Alberto Rabagliati e i componenti dell'orchestra Canfora hanno preferito viaggiare col piroscafo". Senza enfasi il cronista racconta: "Sarà la prima volta che i tecnici della Rai tv, dopo aver risolto una quantità di ardui problemi e superato notevoli difficoltà tecniche, faranno partire da Cagliari le immagini televisive".

Il giorno successivo il giornale torna sull'avvenimento con un articolo a pagina 4, sempre senza firma. Titolo: Si prova Canzonissima al Massimo. Catenaccio: Il teatro trasformato in un enorme studio televisivo. Cantanti, attori e balletto impegnati nella messa a punto del copione. In sala l'estrazione dei biglietti vincitori della lotteria di Capodanno. Una foto su tre colonne mostra la Bottega di Canzonissima allestita sotto i portici della Rinascente. La cronaca riferisce dei preparativi del balletto di Don Lurio nel circolo della Rinascente di via Sonnino mentre al porto arriva la nave "con gli attori Panelli e Manfredi… Centinaia di fans hanno acclamato sulla banchina i comici e hanno sostato per ore davanti alle vetrate del Jolly e all'ingresso del Massimo dove è stato necessario far intervenire la Polizia per permettere agli attori l'ingresso al palcoscenico".

Il giornale riporta anche i dettagli tecnici: "La sala del Massimo è stata trasformata in auditorium. Il palcoscenico è stato ampliato con l'allestimento di due settori laterali che verranno utilizzati per gli sketch intermedi mentre al centro verranno allestite le sceneggiature delle canzoni. La platea è parzialmente occupata dalle apparecchiature tecniche per l'illuminazione delle scene e la ripresa. Un castello di elementi tubolari è stato elevato fino alla volta mentre altre due telecamere sono state installate nella platea. Ovviamente le attrezzature di ripresa precluderanno la visuale a buona parte degli spettatori, al che la Rai ha ovviato predisponendo in una sala una rete di televisori dove sarà certo più comodo e facile seguire lo spettacolo".

Ricchissimo il copione con l'esibizione di Nilla Pizzi, Nunzio Gallo, Achille Togliani, Claudio Villa, Aurelio Fierro, Gloria Cristian, Anna D'amico, Joe Sentieri, Miranda Martino, Nicola Arigliano, Gino Latilla, Alberto Rabagliati, Arturo Testa, Mina, Wilma De Angelis, Fausto Cigliano, alcuni dei quali hanno però già registrato la performance, dunque non sono a Cagliari.

Il giorno dopo la diretta che lancia la Sardegna nella storia della televisione italiana l'apertura di pagina 5 de L'Unione Sarda è dedicata all'avvenimento. Titolo su tre colonne: Piove di Modugno la canzone da cento milioni. Catenaccio: Gremitissimo il teatro Massimo di pubblico elegante. Piccoli incidenti. Cantanti scontenti. Le papere dell'annunciatrice. Applausi generosi per tutti.

Il pezzo (ancora una volta senza firma, come si usava all'epoca), comincia con le mise del pubblico, "da prima teatrale, pellicce, gioielli, abiti scuri e alte uniformi", prosegue con l'allestimento, "fiori alle pareti e tappeti lungo il corridoio", e finisce col racconto di quello che succede fuori, "parcheggi affollati e capannelli di curiosi agli ingressi, vigili urbani, agenti di pubblica di sicurezza, carabinieri e vigili del fuoco". Il cronista appunta anche la delusione del pubblico: "Mostrando i suoi trucchi, la sua organizzazione, tutto quanto nelle trasmissioni resta regolarmente fuori dalla portata delle telecamere, ha tradito molte delle sue suggestioni. Gli artifici, il confuso lavorio altrove affettuosamente custodito dalle quinte, gli immancabili incidenti non piacciono al pubblico. Fortuna che per un indovinato tocco di buon gusto mancavano i cartelli che ordinavano al pubblico di fare silenzio, di applaudire o di acclamare a seconda delle circostanze, con opportuna altalena, come si usa negli studi televisivi". Per non parlare dell'antiestetico playback: "Quasi tutte le canzoni erano state registrate in precedenza e perciò i cantanti sul palcoscenico si limitavano a una mimica nient'affatto interessante… Dal vivo le papere dell'annunciatrice danno un senso di disagio… I tre quarti del poco che è stato realmente trasmesso è stato nascosto al pubblico in sala che ha dovuto ricorrere, voltandosi di lato, alla trentina di televisori installati lungo le pareti".

E poi, strano ma vero: "C'erano, tirati a lucido, tranquilli, quasi narcotizzati, tre simpatici asinelli sardi, in fondo piacevole nota di colore locale rafforzata da un gruppo di bravissimi ed eleganti ballerini isolani". Il finale del pezzo è l'esatto contrario di un'ovazione: "Alla manifestazione, nonostante tutto, il successo non è mancato anche se la trasmissione è stata piuttosto fiacca. E gli applausi finali hanno in parte cancellato certe sfasature di un'organizzazione affidata per taluni aspetti a una confusa improvvisazione".

L'8 gennaio una firma di punta del giornale, Giuseppe Fiori, si mette in penna e a pagina tre scrive uno spassoso articolo dal titolo "Davanti al video: Canzonissima a Cagliari, vediamo di scoprire come filano i discorsi di un certo pubblico sugli spettacoli televisivi".

Ed è un pezzo che raccoglie random le opinioni delle persone sedute in platea su Delia Scala, Gambineri e Pizzi: "Per l'amor di Dio, vestita in quel modo, da cardinal Lambertini… diciamo di gusto grosso".

Una signora ammette candidamente di aver avuto l'invito attraverso il marito che "ha in cura un usciere della Regione". Un'altra è colpita dalle inquadrature: "La Pupy ha fatto colpo sul cameraman, un primo piano dietro, l'altro di fronte, un po' di scorcio, di profilo. Sa una cosa? Il biondo cenere solleva la fronte mentre il color mogano si sporca in tv. L'ho notato vedendo la Chicchi. Un tizzone".

E ancora, sulla scelta di Cagliari per la prima diretta tv dalla Sardegna: "A Sassari ci tenevano tanto. Due anni fa al ministero delle Telecomunicazioni era Mattarella e, tac, la finale a Palermo. L'anno scorso era Simonini di Reggio Emilia e lo spettacolo va a Reggio Emilia. Ora vince il Presidente ma Sassari rimane tagliata fuori. Detto tra noi, avrebbero anche regione lassù a prendersela".
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