L’amore è sempre esistito. I poeti però hanno inventato le parole con cui raccontare, evocare, immaginare il sentimento amoroso. Hanno costruito, con i loro componimenti, la grammatica dell’amore, una grammatica con cui noi tutti ci esprimiamo.

Petrarca è stato sicuramente tra i più grandi cantori del sentimento amoroso. «Al sentimento dell’amore, Francesco Petrarca ha dato la consapevolezza dell’amore» scrive non a caso Daniele Aristarco nel volume “Chiare, fresche et dolci acque” (Einaudi Ragazzi, 2024, euro 16, pp. 48), una nuova e appassionante rilettura del Canzoniere petrarchesco, faro di ispirazione e riflessione anche per gli autori e i lettori di oggi, soprattutto quelli under 18 che abitualmente hanno a che fare con questo grande poeta medievale solo sui banchi di scuola.

Un volume, questo "Chiare, fresche et dolci acque”, in cui il testo, narrato in prima persona da Petrarca, dialoga con le evocative e poetiche tavole dell’artista Glenda Sburelin ed è un invito a riscoprire le più belle rime sparse del grande poeta, ripercorrendo la sua vita e le sue opere e abbracciando il potere trasformativo della poesia. Quella poesia che come diceva Aldo Palazzeschi «per il poeta è l’essenza della vita, per gli altri il profumo, profumo che tutti avvertono vagamente e inafferrabilmente. Il poeta ha la facoltà di fissare con l’immagine o nelle parole l’istante che fugge e di poterlo comunicare agli altri».

E pochissimi nella storia della letteratura hanno comunicato in versi con la maestria di Petrarca. Lo ha fatto con una lingua perfetta per esprimere il più importante dei sentimenti umani. Nel Canzoniere riuscì così a sintetizzare e a portare a perfezione in un’unica opera tutta l’elaborazione poetica classica e volgare sull’amore. In particolare, ha offerto un modello di analisi psicologica dell’essere umano alle prese con le diverse emozioni e riflessioni della relazione amorosa, valendosi di una lingua limpida e armonica. L’autore del Canzoniere era quindi fine psicologo quando ancora la parola psicologia non esisteva. Era un profondo conoscitore dell’animo umano e sapeva raccontarne le contraddizioni come pochi. Come scrive ancora Daniele Aristarco: «La sua analisi così onesta, talvolta feroce, del sentimento amoroso ci insegna a guardare a noi stessi, a non nascondere le contraddizioni, a riflettere sui nostri pensieri e sui comportamenti. Ci ha insegnato a riconoscere e coltivare quell’amore che non pretende altro che essere cantato. E ha acceso in noi un’inesauribile necessità di poesia». Di poesia alla Petrarca, fatta di versi animati da passioni, sentimenti, contraddizioni, tutti elementi che avvicinano il grande poeta alla sensibilità e alle problematiche della modernità.

La copertina
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