Un interruttore che permette di controllare lo stato di ibernazione: scoperto nei topi, si trova nel cervello, nell'ipotalamo, e potrebbe aprire la strada a potenziali applicazioni sull'uomo, come nuovi trattamenti per le malattie metaboliche e la comprensione di come indurre una sorta di sonno profondo negli astronauti destinati ai lunghi viaggi spaziali come quello per Marte.

Ma non solo. "L'immaginazione corre quando pensiamo alle potenzialità di indurre stati di ibernazione nell'uomo. Potremmo prolungare la durata della vita? È questo il modo di mandare le persone su Marte?" ha osservato Sinisa Hrvatin, a capo del team dell'università di Harvard che ha condotto la ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature.

"Per rispondere a queste domande - ha aggiunto ancora Hrvatin - dobbiamo studiare la biologia alla base del torpore e dell'ibernazione negli animali".

Per ridurre la spesa energetica nei periodi in cui c'è poco cibo, molti animali vanno in letargo, entrando in uno stato di torpore che è associato a cambiamenti fisiologici, come cali della temperatura corporea e soppressione dell'attività metabolica. Per studiare i meccanismi biologici che sono alla base di questa condizione, i ricercatori si sono concentrati sui topi, che non vanno in letargo, ma sperimentano momenti di torpore quando il cibo è scarso e le temperature sono basse.

La ricerca ha mostrato che appena comincia questo stato di torpore, in alcune cellule del cervello dei topi si attiva il gene Fos. E' stato visto che il gene è attivo nei neuroni dell'ipotalamo, la regione responsabile della regolazione di temperatura corporea, fame e sete.

Per restringere l'area specifica che controlla il torpore, i ricercatori hanno progettato uno strumento basato su un virus reso innocuo per attivare selettivamente i neuroni e lo hanno iniettato in 226 regioni dell'ipotalamo di 54 animali. E' stato visto che i neuroni in una regione specifica dell'ipotalamo, chiamata avMLPA, hanno innescato il torpore quando sono stati attivati. Stimolare i neuroni in altre aree dell'ipotalamo non ha avuto alcun effetto.

(Unioneonline/v.l.)
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