Una enorme ricchezza che aspetta solo di essere consacrata. La candidatura all'Unesco dell'isola dell'Asinara come bene misto tra natura e storia, si arricchisce di un ulteriore elemento: 302 ettari di patrimonio culturale.

Il direttivo del'Ente Parco fa un passo avanti nella sfida per la conquista di un posto nella Word Hermitage List, la lista del Patrimonio mondiale dell'Umanità, ampliando la candidatura del parco nazionale e allargando il valore dell'Asinara sia come bene ambientale che culturale.

"Se un sito italiano è penalizzato dalla enorme presenza di ricchezze all'interno della lista del patrimonio mondiale - spiega Antonio Diana, vicepresidente del parco - la categoria dei beni misti è quella meno rappresentata e questa duplicità rappresenta per l'Asinara un'opportunità in più per raggiungere il traguardo meritato. La culturalità presente nell'isola è talmente importante che merita di essere valorizzata".

Con una superficie di cinquemila ettari, l'isola ha una percentuale del 6 per cento di aree che raccontano la storia del primo conflitto mondiale e quindi del suo valore culturale.

È quanto emerge dalla ricerca affidata dall'Ente Parco al Dipartimento di storia dell'Università di Sassari attraverso un equipe coordinata dal direttore Marco Milanese che ha messo insieme una serie di pezzi storici preziosi dell'isola, a partire dall'ossario di Campu Perdu, che conserva i resti dei 25mila prigionieri austro-ungarici e delle diverse etnie dell'Europa, una catalogazione di reperti della Grande Guerra, degli anni dell'isola sede di Colonia Penale e del carcere penitenziario dove sono stati reclusi gran parte dei banditi e criminali sardi, fino al bunker di Riina, il boss di Cosa Nostra. Diramazioni carcerarie di massima sicurezza per brigatisti e mafiosi sottoposti al 41 bis.

L'ossario all'Asinara (Foto M.Pala)
L'ossario all'Asinara (Foto M.Pala)
L'ossario all'Asinara (Foto M.Pala)

Nel dossier storico anche le torri di Cala d'Oliva e di Trabuccato, il Castellaccio, torre esagonale di età medioevale. Il corposo fascicolo testimonia l'importanza ambientale e archeologica, studi sull' area marina e area terrestre, sulla flora e la fauna e il suo valore contabilizzato in oltre 600 milioni di euro, come sulle realtà uniche di Cala Arena e Cala Sant'Andrea, aree a tutela integrale che hanno consentito di salvaguardare la zona dalla presenza dell'uomo e, fra tutti il divieto di ancoraggio a tutte le imbarcazioni non previsto in altri parchi.

"Tutti elementi che messi insieme fanno una candidatura autorevole a differenza di altri siti, - sottolinea Vittorio Gazale, direttore facente funzioni - a cui aggiungiamo l'organizzazione e la qualità della gestione sui quali riteniamo di essere competitivi". Inserita dal 2006 nella Tentative list presso l'Unesco, "l'Asinara ha tutte le carte in regola per ottenere l'iscrizione alla lista del Patrimonio Mondiale - aggiunge Gazale - con un dossier lungo e articolato pronto per essere consegnato il prossimo febbraio. Seguirà l'ispezione del sito da parte degli esperti dell'Unesco che notificherà il verdetto 18 mesi dopo la consegna".
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