Una foresta incantata, dove il buio viene rotto e sconfitto da spiragli di luce

È lo scenario immaginato da Antonio Marras per svelare le sue nuove creazioni – uomo e donna – per il prossimo inverno, ispirate come di consueto alle suggestioni della Sardegna, sua terra natìa, ma, questa volta, con un omaggio speciale, a una delle donne simbolo dell’Isola: Grazia Deledda. 

Lo stilista di Alghero ha presentato la sua nuova collezione a Milano, nel suo atelier di via Cola di Rienzo, nell'ambito della Fashion Week 2023.

Un evento che ha richiamato una folla di giornalisti, fotografi, addetti ai lavori e appassionati di moda e dove il nome della scrittrice premio Nobel è risuonato spesso, evocato in qualità di Musa ispiratrice e modello di donna – e di stile – da scoprire e riscoprire. 

«Grazia Deledda è un personaggio che non avevo mai avuto il coraggio di sfiorare. Ma l’ho sempre ammirata, da lontano, con pudore. Per questa collezione ho invece deciso di avvicinarmi a lei, di farmi ispirare da lei, perché sentivo che era il momento giusto».

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«Grazia Deledda – aggiunge Marras – è una donna nata alla fine dell’Ottocento. Frequenta la scuola fino alla quarta elementare e decide di fare la scrittrice. Allora si trasferisce a Roma, dove sposa un uomo che diventa il suo segretario. Nella vita e nelle sue opere si trovano quelle che erano le sue caratteristiche peculiari e le sue aspirazioni, coltivate con grande caparbietà, nonostante le difficoltà, in una sorta di “Volli, fortissimamente volli”. Una costanza, una forza e una determinazione che alla fine la portarono a vincere il premio Nobel per la letteratura. Una donna che, insomma, ha ritrovato nel buio della foresta uno spiraglio di luce. Che è ciò che mi auguro e che ci auguriamo tutti». 

Come si traduce, tutto questo, in moda? «In un racconto che si ispira al temperamento di questa donna eccezionale e alle suggestioni che fornisce la sua storia e la sua terra, che è anche la mia, la Sardegna. Dunque abiti e “stracci”, come li chiamo io, che sono sia nuragici che moderni, arcaici ma al tempo stesso contemporanei».

E allora ecco che in passerella sfilano modelli e modelle che indossano cappotti con fantasie che richiamano quelle degli antichi tappeti sardi, maglioni di lana grossa che si ispirano alla tradizione dei pastori, pizzi e ricami che si ritrovano anche negli abiti della più antica tradizione isolana, così come le acconciature e i visi velati. E poi stampe floreali, pantaloni-calza, completi di broccato. Senza dimenticare le citazioni internazionali, come nel caso del tartan dei kilt scozzesi 

Quanto alla “Musa” Deledda, come la vestirebbe, oggi, Antonio Marras? «Con un grande paltò, che, ovviamente, richiama le stuoie di Sardegna, terra dove lei non è tornata spesso, a differenza di me, che sono da sempre nomade e transumante».  

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