Sono partite il giorno dei Santi alla volta della Sardegna le donne di un progetto nuovo, che guarda alla maternità e vede nella rigenerazione una modalità nuova di indagare la Sardegna: artisticamente, antropologicamente, storicamente e sul piano della comunicazione divulgativa, dando risalto anche all’aspetto ecologico rurale dei luoghi attraversati.

E’ "L’Isola delle donne”, un viaggio in camper dall’1 al 7 novembre, date in cui è simbolicamente incluso il giorno della morte e della rinascita secondo gli antichi calendari, tra le tracce dei culti della fertilità e della ciclicità della rinascita in Sardegna.

Al termine dell’itinerario, il materiale raccolto si tradurrà, principalmente, in una mostra fotografica che sarà presentata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma il 16 dicembre prossimo e diventerà, nel 2022, un grande evento internazionale alla Triennale di Milano con la collaborazione di Antonio Marras e Patrizia Sardo Marras.

Ma questo straordinario archivio video fotografico avrà anche forme più dinamiche ed insieme riflessive: una restituzione visiva e narrativa, una pubblicazione, un format televisivo, ma anche una serie di nuove idee di transizione e futuro che l’interazione tra le partecipanti produrrà.

Le protagoniste sono due artiste, Simona Ghizzoni e Anna Galtarossa, una scrittrice e giornalista Rai, Lisa Iotti, una curatrice di mostre esperta di progetti relazionali, Maria Livia Brunelli, agronoma e paesaggista, Sole Paradisi, un’imprenditrice visionaria Rita Brugnara di Goodland, impresa illuminata che fa del rispetto per la natura e la Madre Terra il suo vessillo, Caterina Massarenti direttrice della fotografia  del progetto, la fashion styling Sofia Correnti e Cristina Muntoni, docente di Storia della sacralità femminile, simbolismo e arte rituale che condurrà il gruppo a seguire le tracce dei culti della Dea Madre tra luoghi sacri e antiche tradizioni.

“La Sardegna è una terra ricca di luoghi sacri di epoca nuragica, domus de janas, pozzi sacri, tombe dei Giganti: luoghi e tradizioni conservano ancora vive le tracce del culto della Madre Terra, della fertilità e della rigenerazione ciclica della vita - spiega Maria Livia Brunelli ideatrice dell’Isole delle Donne e storica dell’arte - Le rocce custodiscono segreti da esplorare, anfratti a forma di vulva, cavità scavate per custodire corpi destinati a rinascere. Un mondo dove la necessità da parte della tribù di essere numerosa per non estinguersi si esprimeva nell’esaltazione di culti in cui l’atto sessuale era unione sacra che agevolava la maternità e la vita in armonia con la natura e con il culto della Madre Terra secondo un ritmo lontano dalla frenesia attuale, in cui gli incontri vengono segnati su Calendar come una pratica da sbrigare, un impegno tra i tanti di una vita programmata non in base al sentire - conclude Brunelli - ma per inseguire i doveri incastrati tra scadenze pressanti totalmente lontane dai tempi della natura”.

Dopo le tappe nelle Tombe dei Giganti di Arzachena e Santa Teresa di Gallura, nella Foresta Pietrificata di Martis, nei siti archeologici di Porto Torres, Alghero e Macomer, nei boschi di Cuglieri e Santu Lussurgiu feriti brutalmente dagli incendi, nel sito dell’Olivastro Millenario del Montiferru, nei musei di Milis e Samugheo e nel suggestivo Pozzo di Santa Cristina a Paulilatino, la comitiva al femminile sarà giovedì, 4 ottobre, nel centro Sardegna per la giornata clou del tour.

Alcune delle protagoniste del progetto L'isola delle donne (L.P.)
Alcune delle protagoniste del progetto L'isola delle donne (L.P.)
Alcune delle protagoniste del progetto L'isola delle donne (L.P.)

Prima visita a Laconi presso il Museo Menhir e nel Parco di Forestas, il più grande polmone verde urbano d’Europa e fiore all’occhiello del patrimonio botanico della Regione sarda.

A seguire Genoni, per ammirare i meravigliosi cavallini della Giara, e in chiusura Mandas nella stupenda Casa Pasolini, buen retiro dei grandi viaggiatori e da anni meta irrinunciabile per le celebrità in visita nel cuore dell’Isola.

Il viaggio proseguirà fino al 7 novembre e ancora tanti saranno i siti che la brigata rosa attraverserà in un cammino intenso ed emozionale: dalle Domus de Janas di Pimentel al giardino sonoro di Pinuccio Sciola a San Sperate, dal museo del Bisso di Sant’Antioco alla cascata “Sa Stiddiosa” di Seulo, dai siti archeologici di Goni, Sadali e Pratobello a Su Gologone di Oliena, dal Museo Nivola di Orani a Su Romanzesu a Buddusò, fino ai tappeti di Nule e agli unguenti di Monti per approdare a San Pantaleo pronte per il rientro nella Penisola.

L’unica figura maschile del progetto sarà Max Correnti dj e producer famoso a livello internazionale e artista prolifico con all’attivo numerose mostre dove viene riprodotto il suo lavoro ai banchi attraverso rielaborazioni personali  ricche di colori e sfumature sempre afferenti le sette note.

Questo progetto, nelle intenzioni delle artiste e del gruppo di lavoro, avrà ricadute sociali molto importanti perché mostrerà una diversa modalità di affrontare il problema della fertilità e della infertilità femminile partendo dalle nostre radici.

E lo farà nella terra più antica d'Italia dove queste radici affondano le loro ramificazioni in una natura incontaminata e in antichissime tradizioni tuttora intatte e tutte da esplorare, con un occhio rispettoso ed empatico come quello della fotografia d’arte.

L.P.

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