Alla scoperta delle “costellazioni familiari”
Guarire il passato, comprendere il presente, creare il futuroPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Cosa sono le “costellazioni familiari”? Nel suo libro “L’eco degli antenati” (Bompiani, 2025, pp. 288, anche e-book) Valeria Curzio - ideatrice del podcast “Eco degli antenati” e del format “Ritagli” su YouTube - le definisce prima di tutto come costellazioni sistemiche e spirituali, secondo lo straordinario metodo dello psicologo tedesco Bert Hellinger che svela le dinamiche nascoste, i copioni che si ripetono e i conflitti silenziosi nelle nostre vite.
In realtà il termine originale tedesco (Familienaufstellung) significa “rappresentazioni familiari”, ma la somiglianza fonetica con il termine “costellazione” ha fatto sì che venisse tradotto in questo modo. Prima delle costellazioni familiari, ci sono stati lo psicodramma di Jacopo Levy Moreno, la Gestalt e diverse altre discipline che usavano il corpo in una sorta di rappresentazione. Ma cosa ha reso così significativo il lavoro di Hellinger? Come scrive Curzio nel suo libro «le costellazioni familiari, nell’immenso lavoro di Hellinger, non sono solo una “tecnica” o uno strumento di indagine (pensate a un microscopio, per intenderci), ma sono diventate anche un vasto impianto teorico e metodologico (potremmo paragonarle alla microbiologia, che si serve del microscopio). La tecnica delle costellazioni familiari consiste nel rappresentare situazioni e dinamiche attraverso persone (ma anche oggetti) che vengono chiamati rappresentanti. In questo senso sono come fotografie viventi che rivelano le intricate trame della nostra esistenza».
Una descrizione affascinante, una definizione capace di incuriosire e spingerci a leggere le oltre duecento pagine di un libro chiaro, ironico e coinvolgente, un libro che trasforma un tema complesso in un’avventura di consapevolezza nella quale sentirsi a tratti spettatori e a tratti protagonisti, specchiandosi nelle storie di tante persone. Tra i racconti di genitori e figli, relazioni complicate e percorsi di crescita personale, Valeria Curzio fa da guida con sicurezza, empatia ed esperienza, spinta dalla consapevolezza che a volte basta cambiare prospettiva per riscrivere la propria storia. Tendere l’orecchio all’eco degli antenati significa, infatti, accogliere un invito speciale: esplorare il passato con curiosità, comprendere il presente con occhi nuovi e creare un futuro più libero e in sintonia con la propria anima senza perdere il sorriso lungo il cammino.
Perché, per usare le parole di Valeria Curzio: «L’essere umano non è una macchina che si rompe. È più simile a un essere vivente saggio come l’albero. Puoi farti accompagnare per un po’ nella riconnessione alle tue radici, e puoi ritrovare il coraggio di spingere i tuoi rami più in alto, in cerca di più sole e più aria. Più l’albero affonda le radici nella terra e più è stabile, sicuro e forte. Alberi ben radicati proteggono le montagne dalle frane e dalle valanghe».