La sera del 14 maggio 1943 un gruppo di pescatori algheresi rientrava nel porto di Alghero. All'improvviso venne preso a colpi di mitraglia da un caccia pesante americano: un Lightning P38. Morirono 6 pescatori: il più giovane aveva 36 anni, il più anziano 80. Quella tragedia non è mai stata dimenticata. Nemmeno dall'Amministrazione comunale che ne vuole onorare in maniera degna la memoria. Commissionando al noto scultore sardo Mario Nieddu un'opera che simboleggiasse la vicenda.

La scultura è pronta e sarà inaugurata domenica 14 maggio allo scalo Tarantiello del porto di Alghero. Presenti il sindaco Mario Conoci, altre autorità e i parenti di quelle vittime innocenti.

La "Vela ingabbiata" che sta per essere trasportata in un camion (foto Tellini)
La "Vela ingabbiata" che sta per essere trasportata in un camion (foto Tellini)
La "Vela ingabbiata" che sta per essere trasportata in un camion (foto Tellini)

L'opera si chiama "Vela ingabbiata". Una bellissima e imponente struttura in granito alta 3 metri, dal peso di 2 tonnellate. Ingabbiata nel metallo «per contenere le ferite provocate dalla ferocia dell'uomo», afferma oggi lo scultore Mario Nieddu, che aggiunge «ferite sempre vive nei cuori di chi ha condiviso il dolore di quei pescatori e delle loro famiglie. La vela si protende verso l'alto, un inno che irrompe nella tragedia, che non conosce odio, ma solo un grande monito sull'inutilità dei conflitti, che portano immani sofferenze». «La vela è ferita - conclude Nieddu - ma si innalza dal mare come stele su martiri innocenti».

Lo scultore Mario Nieddu, 77 anni di Nulvi, ma da anni residente ad Alghero, ha prodotto diverse opere monumentali in varie località: oltre ad Alghero ed altre in Sardegna (l'ultima a Tergu), anche nella Penisola, Parigi, Monaco di Baviera e Stoccarda.

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