Il 22 novembre 1963, alle 12:30 ora locale (le 19:30 in Italia), l'America perdeva la sua innocenza a Dallas.

Il giovane presidente John Fitzgerald Kennedy veniva raggiunto da colpi di fucile mentre salutava la folla: agonizzante, tra le braccia della moglie Jackie, fu portato con la stessa auto del corteo presidenziale al Parkland Memorial Hospital, dove arrivò in condizioni disperate e morì. Anche il governatore John Connally, che viaggiava con lui nella limousine Lincoln assieme alla moglie Nellie, fu colpito e rimase ferito gravemente. Meno di due ore dopo, a bordo dell'Air Force One all'Aeroporto di Dallas-Love, giurava da presidente il vice di JFK Lyndon B. Johnson.

Come le bombe di Pearl Harbor e il crollo delle Torri Gemelle, fu un momento che rimase impresso nella memoria globale. Tanto che per anni risuonò la classica domanda: «Dov'eri quando hanno sparato a Kennedy?».

Alle 13.50 Lee Harvey Oswald fu arrestato dalla Polizia di Dallas in un cinema poco distante da Dealey Plaza, alle 19 accusato di aver ucciso un poliziotto di Dallas e alle 23:30 di aver assassinato il presidente nel quadro di una "cospirazione conservatrice". Il 24 novembre, prima di venire portato in tribunale, Oswald fu assassinato nel seminterrato della stazione di polizia di Dallas da Jack Ruby, proprietario di un night club di Dallas noto alle autorità per i suoi legami con la mafia. Ruby giustificò il suo gesto sostenendo di essere un grande patriota e di essere rimasto turbato dalla morte di Kennedy.

Nel 1964 la Warren Commission, costituita per indagare sul delitto, arrivò a concludere che Kennedy era stato assassinato da un "lone wolf", Oswald appunto, un ragazzo di 24 anni con un passato nei Marine e una diserzione in Urss, conclusasi con il rientro negli Stati Uniti nell'estate del 1962. Ma non si sono mai sopite le polemiche di chi, alle pallottole solitarie di Lee Harvey Oswald, non ha mai creduto. E Joe Biden non ha aiutato a dissipare i dubbi quando in giugno ha rinviato per motivi di sicurezza la divulgazione di migliaia di file, alimentando i sospetti sul delitto più indagato del secolo.

E così, sessant’anni dopo, la parola fine non è mai stata messa e la domanda resta: chi ha ucciso John Kennedy? Un assassino solitario o una squadra di tiratori esperti parte del complotto più inquietante del secolo scorso? 

(Unioneonline/D)

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