Il 10 dicembre di 96 anni fa Grazia Deledda vinceva il Premio Nobel per la Letteratura. La scrittrice sarda è prima e unica italiana e seconda donna al mondo a vincere l'ambito premio.

Nata a Nuoro nel 1871, quarta di sette figli di una famiglia benestante, viene educata dalla mamma Francesca Cambosu, donna di severi costumi e dedita alla casa.

Per rispondere alle sue aspirazioni ha dovuto travalicare la piccola e chiusa società patriarcale di Nuoro, in cui la donna era destinata alla cura della casa e dei figli. Importante per la formazione letteraria fu l'amicizia con lo scrittore, archivista e storico dilettante sassarese Enrico Costa.

Comincia con alcuni racconti e con il saggio a puntate "Tradizioni popolari di Nuoro in Sardegna". Nel 1899 si trasferisce a Cagliari, dove conosce e sposa Palmiro Madesani, funzionario del ministero delle Finanze. È lui a lasciare il lavoro per dedicarsi all'attività di agente letterario della moglie.

Nel 1903 Elias Portolu la conferma come scrittrice e la avvia ad una fortunata serie di romanzi e opere teatrali, come Cenere, L'edera, Sino al confine, Colombi e sparvieri, Canne al vento, Il Dio dei venti.

Nel 1926 la consacrazione del Nobel all’età di 55 anni. La motivazione: «Per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano». Il premio era riferito al 1926, anno in cui non era stato assegnato. Grazia Deledda morirà dieci anni dopo per un tumore al seno.

(Unioneonline/L)

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