A Natale siamo tutti più buoni e più felici. Ci piacciono tutte le persone che conosciamo e siamo contenti di incontrare anche il più indigesto degli zii e dei cugini. A Natale ogni regalo è sempre indovinato e ben accetto, anche quel maglione rosso con disegnata una renna ricevuta dalla suocera.

Ma cosa succede se si infrangono gli stereotipi e vinti dalla fatica e dal turbinio degli eventi si pronunciano poche parole che distruggono il tabù del Natale? E peggio ancora: cosa ci può essere di peggio di infrangere questo tabù davanti a una platea di bambini e bambine di una scuola e ai loro insegnanti mentre si presenta il proprio ultimo libro dedicato ai più giovani? Il risultato, naturalmente, è un disastro, soprattutto nella nostra epoca social in cui basta lanciare un sassolino nello stagno digitale per scatenare una tempesta di commenti e critiche.

Nella tempesta ci finisce Antonia, detta Toni, brillante scrittrice di libro illustrati e protagonista del nuovo romanzo di Enrica Tesio, intitolato “I sorrisi non fanno rumore” (Bompiani, 2023, Euro 17, pp. 208. Anche Ebook).

Toni è una donna dei nostri tempi, perennemente in bilico tra lavoro, impegni familiari, l’educazione della figlia preadolescente. È una donna appassionata, ma anche affaticata e incapace di perdonarsi i tanti piccoli errori che costellano la vita di ognuno di noi. Si sente perennemente in debito, soprattutto nei confronti della figlia per la quale pensa di non fare mai abbastanza e di non esserci mai abbastanza. Principalmente Toni non si perdona l’infelicità che sente nel cuore e che le impedisce di assaporare fino in fondo ciò che ha, quello che ha realizzato e le persone che le stanno accanto.

La tempesta scatenata dalle sue parole poco natalizie la costringeranno, però, a fare silenzio dentro se stessa, a fare i conti con le proprie fragilità e ad analizzare in maniera più profonda la propria infelicità. Trovando così un nuovo modo per vedere le cose, grazie anche a Riccardo, capace di ricordarle che gli errori non sono solo sbagli, ma anche l’occasione per imparare qualcosa e correggere il tiro. Perché esistono errori belli, molto più belli della perfezione, come la Torre di Pisa. Ed esiste sempre un momento in cui possiamo perdonare e soprattutto perdonarci, in cui possiamo lasciare da parte e ipocrisie ed essere semplicemente noi stessi: con i nostri sorrisi, che magari non fanno rumore come gli sbagli, ma rendono amabile il vivere.

La copertina
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