Sono passati 40 anni esatti dalla legge 194 che depenalizzava l'interruzione volontaria della gravidanza e per ricordare questa data, ancora oggi molto controversa, la presidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Consiglio comunale di Milano Diana De Marchi, ha moderato ieri una conferenza stampa nel capoluogo lombardo, alla presenza di rappresentanti dell'AGITE (Associazione Nazionale Ginecologi Territoriali).

"Un incontro importante per diffondere e conoscere meglio l'esperienza dei ginecologi impegnati nei consultori e negli ambulatori territoriali - commenta De Marchi - e fare un bilancio dello stato dell'attuale legge, che resta ancora uno dei provvedimenti più osteggiati. Oggi il dibattito continua sottovalutando che questa è ancora una buona legge, che ha cancellato la piaga degli aborti clandestini. Emerge ora, però, il grave problema nazionale dell'aumento costante di medici obiettori, che in Italia raggiungono il 70% dei ginecologi. Ciò impedisce la piena applicazione della legge, anche nella nostra Regione. È nostro dovere, quindi, continuare nell'impegno per contrastare questa situazione inaccettabile anche e soprattutto nelle strutture accreditate in Lombardia che fanno diagnosi prenatali e che, in caso di esiti problematici, abbandonano le donne al loro destino, anziché restare al loro fianco come previsto dalla legge".

Se i dati indicano un calo costante del ricorso all'aborto, anche grazie all'introduzione della pillole abortive acquistabili senza ricetta medica, persistono ancora dei problemi legati alla capillarità delle strutture che applicano la legge e a livello nazionale resta ancora molto da fare sul fronte dell'educazione e dell'informazione sessuale e sull'accessibilità alla contraccezione gratuita e consapevole.

"La consapevolezza contraccettiva è aumentata, ma l'Italia resta ancora il fanalino di coda nell'UE e su questo anche la nostra Amministrazione farà la sua parte affinché gli interventi nelle scuole possano essere più strutturati", prosegue Diana De Marchi, mentre l'assessore Pierfrancesco Majorino sottolinea che la salute della donna deve essere centrale per Regione Lombardia, rilanciando la presenza dei Consultori e impedendo che il diritto all'obiezione di coscienza si trasformi "in un diritto non garantito alle ragazze e alle donne in relazione alla piena attuazione della 194".

(Unioneonline/b.m.)

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