"Cara Unione,

vorrei portare all'attenzione del maggior numero di persone un fatto accaduto a una mia zia ultrasettantenne, che vive da sola in un paesino della provincia di Cagliari, analfabeta. Preciso questo perché fa capire tante cose.

In casa ha un telefono fisso, installato la bellezza di almeno mezzo secolo fa. L'utilizzo che ne ha sempre fatto è quello di ricevere telefonate e farne qualcuna in uscita. Tanto che le sue bollette sono sempre state dell'importo relativo alla quota fissa di abbonamento, tasse e amenicoli vari e pochi euro di consumi reali.

Da qualche tempo riceve - come capita a tutti noi - telefonate che le offrono di tutto e di più. Lei è cortese, educata. Lascia parlare, ascolta e risponde anche qualche "Sì" a domande banali come "lei è la signora XY?", oppure "abita in via YZ?". Ovvio che le risposte siano affermative.

Ebbene: questo deve essere successo nel lontano 11 maggio 2018. Con uno di quei Sì la Telecom le ha attivato una Adsl 7 mega mai richiesta. Nessun contratto è mai stato firmato, cosa dimostrabile per almeno due ragioni: essendo analfabeta, ogni documento, pratica, disposizione richiedano una firma, deve mettere il segno di croce alla presenza di due testimoni. Neppure il ticket sanitario le viene rinnovato se non segue questa procedura.

Come avrebbe potuto dare assenso telefonico per il contratto di una linea internet che non saprebbe neppure utilizzare? E ammesso che l'operatore abbia registrato l'assenso (estorto), mia zia non avrebbe dovuto ricevere copia del contratto? E come hanno potuto attivare una adsl e non inviare un router? È palese che non solo quella linea non sia stata mai richiesta, ma non è mai stata utilizzata e sempre pagata.

Dal maggio del 2018 le bollette del telefono di mia zia sono quasi triplicate, lei le ha pagate per mesi senza dire nulla perché - come dicono al paese - "paperi ettau paperi pagau", fino a quando una persona di buon cuore si è accorta dell'inghippo. Ma siamo purtroppo all'ottobre 2019, quando questa persona si rivolge all'associazione dei consumatori per avere spiegazioni, ma soprattutto perché si disattivi immediatamente questa adsl e si chieda alla Telecom di restituire il maltolto.

Dopo tre mesi arriva la risposta, che allego. La Telecom accetta di disattivare la linea in questione, riconoscendo evidentemente l'abuso, ma si rifiuta di restituire gli importi pagati e non dovuti.

Complimenti.

Rendo pubblico questo fatto perché spero che altri anziani non cadano nella trappola delle telefonate che vendono qualcosa registrando i loro "Sì" e trovandosi poi a pagare un prodotto mai richiesto".

(Lettera firmata - Provincia di Cagliari)

La risposta della Tim
La risposta della Tim
La risposta della Tim

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