«Sorrisi, speranza e supporto: un grazie, da medico, a chi ha assistito un mio caro all’ospedale Sirai»
«Si parla sempre di malasanità e poco del bene che viene fatto: è bello sapere che la periferia resiste tra mille difficoltà»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Cara Unione,
in questo momento così fragile che sta attraversando la sanità sarda è doveroso da parte mia spendere qualche parola per ringraziare tutto il personale assistenziale dell'Ospedale Sirai, del 118 e dell'AVAS di S.Antioco per la loro gentilezza e professionalità per salvare la vita a una persona a me tanto cara.
Si parla spesso di malasanità, quando qualcosa va male si scrivono articoli, post sui social etc, ma quante volte si scrive il bene che viene fatto e le vite che vengono salvate, poche volte, eppure questo avviene ogni giorno in completo silenzio.
Sono medico e vedo dall'interno le difficoltà che stiamo affrontando negli ospedali negli ultimi anni, ma è la periferia quella che soffre di più, tra tagli, poco personale, eppure i pochi rimasti ci mettono davvero il cuore per fare il bene del paziente e permettergli di tornare a casa tra le braccia dei familiari. Sono nata al Sirai e negli anni ho visto i cambiamenti, pezzo dopo pezzo viene portato via qualcosa a questo ospedale punto di riferimento per il nostro Sulcis.
In questo momento di difficoltà invece una luce, nei momenti più duri in cui la famiglia si stringe e attende fuori dal pronto soccorso con il cuore stretto pensando al proprio caro che sta soffrendo, il personale regala sorrisi di supporto, dalla guardia giurata all'ingresso, alle infermiere e medici del pronto soccorso e della rianimazione che con le loro gentili parole danno un po’ di serenità e speranza.
Per chi dice che la periferia sta morendo, rispondo che la periferia resiste e questo è solo merito delle persone che ci lavorano e che credono ancora che questo ospedale deve vivere e salvare ancora tante vite.
Grazie per l’attenzione».
Laura Orrù
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