"Cara Unione,

leggo con attenzione l'editoriale di Ciriaco Offeddu e nelle sue parole ritrovo un pensiero, una preoccupazione comune a tanti sardi.

Offeddu pone in grande evidenza la mancanza, non odierna ma pluri decennale, di un 'progetto Sardegna'. Di un progetto che, condiviso anche genericamente da diverse forze politiche, sia riferimento per ogni sviluppo economico e sociale futuro e di ogni intervento legislativo finalizzato ad una crescita economica uniforme, equamente distribuita nel territorio, non concentrata su alcune coste o in inquinanti nodi industriali.

Ciriaco Offeddu ha ricordato un dato devastante che dovrebbe togliere il sonno al Presidente, ai componenti la Giunta, a tutti i componenti del Consiglio Regionale e a quanti sardi hanno un'attività economica. La Sardegna è l'ultima Regione in Europa, la più povera in termini di Pil e di reddito pro capite, con una diminuzione lineare e costante del PIL che soltanto negli ultimi tre anni è diminuito del -4%. Una catastrofe di cui nessuno politico parla , un cartellino rosso, una sirena di pericolo assirdante , una fabbrica crescente di povertà di cui nessun organo di informazione prende atto condannando forze politiche amiche o nemiche che si sono alternate al governo dell'Isola.

La causa? Manca un Progetto, manca il Progetto Sardegna, quel progetto semplice e compreso da tutti che dia l'indirizzo di cosa fare.

Alcuni amici di un paese che naviga a numeri di Pil a due cifre mi hanno fatto osservare che in ogni Paese vi sono ricchezze immense, ricchezze che vanno individuate e possono essere sfruttate. Per poterlo fare bisogna mettere tutti i cittadini nelle condizioni di produrre queste ricchezze consentendo a tutti di accedere a ogni mezzo necessario ottenendo così la distribuzione del beneficio che si produce e impedendone la concentrazione in poche mani.

Premetto - e ne sono convinto - che la Sardegna ha ricchezze immense tali da consentire a tutti i sardi di poter godere di alti redditi. Quali sono queste ricchezze? Basta darci uno sguardo intorno per capire che beni come quelli ambientali, naturali dalle coste alle più nascoste vallate delle regioni interne, come i beni storici, archeologici di migliaia di anni dal più antico nuraghe conosciuto o da scavare alla più misteriosa fonte sacra, dal paese più interno alla città capitale, dalla cultura letteraria alla manifestazione folkloristica più etica, dal piatto culinario più naturale e sano prodotto con beni agricoli e di allevamenti unici e irripetibili per gusto e genuinità al dolce più elaborato, sono beni unici e irripetibili che possono significare benessere e tanto lavoro. Milioni di persone al mondo sono pronte e disponibili a venire a conoscere le nostre ricchezze e a confrontarle con quelle di casa loro .

La creatività e l'efficienza di tanti artigiani e piccoli imprenditori può trovare sbocco economico in attività direttamente interessate ai nostri beni, in attività collaterali e complementari ma anche in industrie elettroniche sempre più particolari e legate all'attenzione professionale di chi ci opera.

I beni naturali di cui la Sardegna ha abbondanza, inoltre, sono elementi insostituibili per tutti coloro che vogliono passare lunghi periodi di vacanze in condizioni climatiche e in ambienti naturali miti ed estremamente salutari.

Non sto pensando ad industrie e catene di montaggio ma sto soltanto indicando alcuni elementi esistenti che possono essere di riferimento per un progetto Sardegna ecosostenibile, fruibile senza violenze ambientali ed eccessivi investimenti , fattibile subito con le risorse esistenti , naturali e ambientali e umane e professionali.

Formulare il Progetto Sardegna oggi per un certo mondo politico esistente che dovrebbe favorirlo è impossibile, risulta fuori portata.

Ciò non vuol dire arrendersi, il Progetto può essere composto, ci sono persone molto sensibili in altri posti politici determinanti e metterci le mani sopra insieme a persone che uniscono la propria preparazione professionale e le personali esperienze perché appartenenti a ogni formazione politica è doveroso.

Doveroso? Direi molto di più urgente, improcrastinabile per l'esistenza stessa della Sardegna e per il futuro economico che riguarda i nostri figli".

Antonio Delitala - ex Segretario Nazionale Psdaz

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