"Cara Unione,

sono un sardo di 33 anni residente in Lombardia dal 2009 per motivi di studio prima e lavorativi poi. Tutta la mia famiglia vive in Sardegna, ma è come se vivesse in un continente lontano e impossibile da raggiungere.

In questi anni il servizio dei voli aerei in regime di continuità territoriale si è alternato tra le ormai ‘defunte’ Air One, Merdiana e Alitalia...e ora è arrivata la ‘low cost’ spagnola Volotea. Per un non residente in Sardegna, benché sardo, è diventato difficilissimo tornare dai parenti per una qualsiasi esigenza o emergenza, non solo per la carenza di voli (solo 3 al giorno per Cagliari-Elmas) e posti a disposizione, ma soprattutto per le cifre spesso necessarie per acquistare questi biglietti (con le stesse cifre si potrebbe anche fare andata e ritorno con destinazione New York o Dubai).

Fino al dicembre 2021 Volotea vendeva i biglietti rispettando il principio della continuità territoriale che era sempre stato applicato negli ultimi anni, ossia nella stagione invernale le condizioni di vendita erano uguali per tutti anche se non residenti in Sardegna. Pochi giorni dopo Natale questa modalità è stata cambiata, applicando la differenza di prezzi (tra residenti e non) come in estate con cifre inspiegabili e che non si erano mai viste prima.

I prezzi dei biglietti per raggiungere la Sardegna sono costantemente aumentati, bisogna pagare persino per la scelta del posto. 

Non dimentichiamo che, ad oggi, i biglietti possono essere acquistati solo fino al 14 maggio 2022 perché dopo è il buio più totale, non essendo ancora stato fatto il bando per la nuova Continuità territoriale. Chiunque vorrà raggiungere la Sardegna dovrà continuare a fare affidamento sulle cosiddette low cost che applicano tariffe spesso altissime per servizi inadeguati da aeroporti periferici come Orio al Serio o Malpensa, purtroppo adesso anche da Linate vista l'attuale situazione. E la conseguenza è che raggiungere la Sardegna diventa un'impresa sempre più difficile sia in termini economici che di tempo.

Noi emigrati sardi abbiamo lasciato la Sardegna ma non l'abbiamo dimenticata e non abbiamo smesso di essere sardi. Le nostre radici sono e saranno lì. Le nostre famiglie sono lì. I luoghi che amiamo sono lì.

Spero che questa mia lettera possa essere letta da chi ha il potere di migliorare questa difficile condizione per tutti i Sardi, residenti e non. Grazie”.

G.L.

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