«Cara Unione,

A volte mi chiedo se è davvero così difficile per tutti – come per me – non farsi coinvolgere nelle beghe familiari. Tra fratelli (o sorelle) le discussioni finiscono nel dimenticatoio esattamente come era in gioventù: da ragazzi si litigava anche ogni giorno ma poi eravamo tutti lì, nella stessa casa, e non potevi non rivolgere più la parola a qualcuno, sarebbe stata una vita d’inferno.

Ora siamo uomini, io e i miei fratelli, le occasioni di incontro non sono quotidiane e comunque qualche botta e risposta ci può essere. Andare d’accordo con le mie cognate è invece un’impresa: devono dire sempre la loro, e fin qui lo posso accettare, ma non tollero che impongano la loro idea su questioni che riguardano la mia famiglia. Un esempio: nella casa dei miei genitori, dove adesso vive solo mia madre, gli infissi sarebbero da cambiare almeno in parte. Mia mamma non ha la possibilità economica di sopportare questa spesa, e noi tre figli potremmo aiutarla. Io sono l’unico non sposato e secondo le mie cognate dovrei essere proprio io a pagare tutto perché, dicono, “non devo pensare a una famiglia da mantenere”. Fino a quando questa resta un’opinione non ho nulla da aggiungere, ma sta diventando una discussione continua. E poi si avvicina Pasqua e dovrei anche passare pranzi e cene con questi parenti. Non so come comportarmi per non troncare i rapporti con loro. 

Non sanno nemmeno quanto guadagno, non sanno che io già do qualcosa a mia madre – perché lei non vuole che si sappia – ogni mese, le faccio la spesa, pago qualche bolletta. Perché – e mi rivolgo ai parenti acquisiti – non fate un passo indietro e vi impicciate solo degli affari vostri?

Scusate lo sfogo ma magari leggeranno questa lettera e mi lasceranno in pace.

Grazie».

Giovanni – Ozieri

***

Potete inviare le vostre lettere, segnalazioni e contenuti multimediali a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che esprimono opinioni, denunciano disservizi o anomalie e non necessariamente ne condivide il contenuto)

© Riproduzione riservata