“Cara Unione,

sono andato in pensione a 65 anni con 44 anni di contributi versati e gli ultimi 4 anni non mi sono stati conteggiati in quanto il massimo è 40 (pur avendo versato i contributi  regolarmente anche per gli ultimi 4 anni).

La mia pensione è bloccata da 10 anni e ho perso circa il 30% del suo valore iniziale.

Ho fatto ricorso assieme ad altri pensionati (in disaccordo con il mio sindacato) tramite uno studio legale di Cagliari alla corte costituzionale, tenendoci in contatto con pensionati di altre città d'Italia.

Nel 2015 la corte costituzionale si è pronunciata sul merito, dandoci ragione in quanto il blocco era stato imposto ai soli pensionati e quindi discriminatorio. Il governo di allora ha cercato di aggirare l'ostacolo  (bonus Poletti) dando una piccola compensazione alle pensioni più basse e ritenendo con ciò di aver rispettato la sentenza della corte costituzionale. Quindi altro ricorso, altre spese legali, e finalmente nel 2017 arriva l'altra sentenza, questa volta negativa e in contrasto con la prima. Per esigenza finanziaria pubblica non si poteva fare la rivalutazione delle pensioni.

La mia conclusione è quindi che noi pensionati siamo di serie "B", mentre per i politici e consiglieri regionali questa esigenza di spesa pubblica non esiste, perché sono di serie "A".

Anzi, alcuni chiedono pure gli arretrati della legislazione passata, perché si ritengono, evidentemente, squadra per la super coppa".            

Boris

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